Stella Pecollo contro gli stereotipi della moda per la giornata internazionale della donna
SpettacoloL'attrice e performer di musical a livello internazionale, protagonista della puntata dell’11 marzo della serie TV Sky “Uomo delle Stelle” diretta da Alessandro Guida, ha pubblicato un video in cui demolisce i più classici stereotipi fashion. A breve lancerà il suo brand personale di moda inclusiva, unico nel suo genere nonché primo in Italia a non utilizzare le taglie
Stella Pecollo si unisce al coro di chi ha deciso di farla finita con gli stereotipi della bellezza e della moda, quei canoni altamente restrittivi e spesso impossibili da raggiungere che le riviste patinate, le passerelle e in generale i media ci propinano da troppo tempo.
Stella è un’attrice e una performer di musical a livello internazionale, molto seguita sui social network e apprezzata non solo per la sua arte ma anche per il suo messaggio di body positive.
Un messaggio di cui quest'artista si fa portavoce sui social media e che ha deciso di mettere anche nero su bianco, sulle pagine del suo primo libro intitolato Io sono bella - la leggerezza non è questione di peso (edito da Mondadori).
Il suo memoir vuole raccontare quel percorso di accettazione attraverso cui Stella Pecollo è passata, una strada in salita costellata da mille ostacoli, tra cui bullismo, body shaming e discriminazione della moda nei confronti delle donne al di sopra di una certa taglia.
Sarà inoltre protagonista della puntata dell’11 marzo del programma Sky So Wine So Food Uomo delle Stelle diretta da Alessandro Guida, in cui interpreterà una famosa cantante lirica (So Wine So Food, l'intervista a Stefano Cocco, l'Uomo delle stelle).
In occasione della giornata internazionale della donna, ha offerto un nuovo capitolo del suo racconto: si è resa protagonista di un video che vuole sensibilizzare l'opinione pubblica, facendo capire cosa prova una persona caratterizzata da una taglia che spesso non viene nemmeno considerata dai brand fashion.
Nella clip che ha diffuso sui suoi profili dei social network c'è un racconto, una metamorfosi, un'iniziazione, un viaggio interiore che porta a una meta importantissima: l'accettazione.
Accortasi inoltre che nella moda italiana non vengono praticamente considerate le persone connotate da una taglia maggiore rispetto a quelle che vengono ritenute “taglie standard”, Stella Pecollo ha deciso di intraprendere un'avventura imprenditoriale che per lei però non è solo lavoro ma una vera e propria missione.
All'inizio di aprile uscirà la sua linea di abbigliamento, pensata per una inclusività massima: per la prima volta in Italia, si parlerà di un marchio che produce vestiti senza taglia. Ma non nel senso di taglia unica: al posto delle solite S, M, L, XL eccetera, ci sono aggettivi, tutti declinati al femminile. Pazzesca, bellissima, insuperabile. Stella manda in pensione le ormai trite e ritrite small, medium, large ed extralarge per rivoluzionare il mondo della moda e, soprattutto, il mondo dell'estetica a essa legata.
Potete guardare il video di Stella Pecollo in fondo a questo articolo.
Il video
Il video di Stella vuole incoraggiare tutte le donne e, in generale, tutte le persone a liberarsi dalle catene degli stereotipi dell'industria del fashion. Il messaggio che quest'artista vuole fare passare è un messaggio di libertà, a partire dalla forma, per poi arrivare al contenuto.
Una libertà che coinvolge il fuori, il lato estetico, spingendo tutti quanti a vestirsi come vogliono, per esprimere se stessi e sentirsi belli non nel modo in cui ci viene imposto dall'alto. La nostra società purtroppo è ancora indissolubilmente legata a decenni di canoni estetici dettati da sfilate, red carpet, pubblicità e film. I modelli di bellezza sono stati plasmati in maniera fittizia dall'industria dello spettacolo, sia per quanto riguarda il suo settore fashion sia per quello di piccolo e grande schermo.
Ciò che Stella Pecollo vorrebbe ottenere con il suo contributo è spezzare le catene, svestirsi finalmente degli stereotipi, liberarsi da un giogo che da troppo tempo ci influenza. E ci influenza sempre negativamente, dato che detta regole ferree per cui guai a sgarrare. Inoltre si tratta sempre di canoni estetici restrittivi, molto difficili da raggiungere se Madre Natura non ci ha fatto avere una corporatura esile. Questo non vuol dire che so debba fare una guerra alla magrezza, chiaramente, dato che in natura esiste eccome, con tante persone caratterizzate da una corporatura magra ed esile. Tuttavia lo showbiz ha imposto quella corporatura magra come la conditio sine qua non per entrare a far parte del jet set.
È quello che bisogna condannare, non la magrezza in sé. Quindi speriamo di poter dire addio agli stereotipi per dare finalmente il benvenuto alla diversità, all'inclusività, all’enorme varietà di corpi, pelli, facce e personalità.
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L’evento di body positive da seguire online
Stella condurrà inoltre un evento online che si terrà il 20 Marzo alle 21 durante il quale interverranno personalità del mondo “Body positive” quali Michelle Perera (vincitrice del premio Wind del programma tv “Alltogether now” 2022) e diverse influencer italiane e internazionali. Sarà questa l'occasione in cui Stella Pecollo mostrerà in anteprima il suo nuovo progetto di moda inclusiva.
In occasione della giornata internazionale della donna e per l'uscita del suo video contenente un importante messaggio di body positive, abbiamo intervistato Stella Pecollo. Ecco cosa ci ha raccontato.
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Sei sempre stata molto attiva nel mondo del cosiddetto body positive. Cosa ti ha spinto a intraprendere un'avventura imprenditoriale, occupandoti di moda inclusiva?
Le mie caratteristiche fisiche e il mio lavoro di attrice mi hanno portato a riflettere. Vivo in questo mondo dove si è sempre sotto i riflettori e ho constatato in prima persona che chi non ha una taglia “standard”, chiamiamola così, si ritrova ad avere difficoltà nell'esprimere la propria personalità, la propria energia attraverso l'abbigliamento.
Hai ragione. Spesso gli abiti per taglie plus size sono ben poco adatti a esprimere estro creativo e personalità…
Essendo italiana, compro qui in Italia e ho riscontrato parecchie difficoltà nel trovare abiti che mi permettano di esprimere quello che sono. Non si trovano vestiti colorati, sexy… Insomma, gli abiti come quelli per le donne di taglie minori.
Hai ricevuto anche input da parte dei tuoi follower e fan per inaugurare il brand di moda inclusiva?
Sì, dopo aver pubblicato il mio libro che parla del percorso di accettazione che ho vissuto in prima persona, tante persone mi hanno scritto per ringraziarmi, dicendomi che grazie alla mia storia sono riusciti a cambiare il proprio punto di vista. È allora che mi sono detta: “A questo punto è una responsabilità la mia!”. In Italia sembra che nessuno sia interessato ad andare incontro a donne “in carne”. Ma in generale a qualsiasi donna, dato che ci sono marchi che non producono taglie oltre la M e noi italiani non siamo certo un popolo di gente magrissima…
Raccontaci come sarà la tua linea di abbigliamento che debutterà ad aprile
Si tratta di una linea di abbigliamento mai fatta in Italia, con caratteristiche di libertà assoluta. Ho deciso di creare una linea dove ogni abito ha una storia precisa e rompe uno stereotipo ben preciso dettato dalla moda. Bisogna rompere gli stereotipi perché sono quelli che limitano. Così ho creato una linea che non ha taglia, ma non perché è composta di vestiti di taglia unica. La taglia è uno dei trigger più forti per chi ha problemi di disturbi alimentari, disagi e imbarazzi legati al peso e al corpo. Al posto della taglia, ho inserito aggettivi femminili: pazzesca, unica, insostituibile… La taglia non deve essere un metro di giudizio, di valore.
Quindi hai detto addio al primo stereotipo, quello delle taglie piccole e in generale di tutte le taglie.
Esatto. Poi sono andata a rompere gli stereotipi più famosi, legati alle silhouette di tipo curvy e plus size (anche se questa linea di abbigliamento è per tutti, non soltanto per curvy e plus size).
Quali stereotipi hai cercato di abbattere?
Ho disegnato l’abito a righe orizzontali. L'ho creato con cuciture sapientemente studiate per valorizzare la figura, rompendo lo stereotipo per cui le linee orizzontali ingrassano. Ho creato una T-shirt che scopre l’ombelico: non è che devo per forza avere pancia piatta e gli addominali scolpiti per mostrare il ventre. Ho creato gonne a tubino con cuciture e design ideati apposta perché questo capo stia bene a tutte le forme, andando contro lo stereotipo che le cose attillate non andrebbero messe se non hai il solito fisico imposto dalle passerelle. Ho creato degli shorts molto corti, che arrivano a metà coscia, per liberarsi dal limite di chi dice che se si ha la cellulite non si dovrebbero indossare i pantaloncini.
A livello pratico, come produci i tuoi abiti?
Ho conosciuto le ragazze di Maurel sul social network ClubHouse. Erano interessate a ingrandire e a diversificare la loro proposta, così hanno deciso di produrre questi vestiti per me.
Come hai trovato l'ultima settimana della moda milanese, appena conclusasi? Cosa ci dici del livello di inclusività sulle passerelle meneghine.
Purtroppo alla Milan Fashion Week l’inclusività è ancora ben poca. Io seguo tutte le settimane della moda a distanza e a New York ormai da anni noto che tutti i brand inseriscono modelle curvy, plus size e “diverse” da quelle a cui siamo abituati qui. Il motivo è semplice: la moda deve essere accessibile a tutti. In Italia Marco Rambaldi è stato uno dei pochi designer che quest’anno ha avuto il coraggio di inserire modelle non standard. Sembra sempre un po’ la trovata commerciale. Sarebbe bello se diventasse normale, nel termine più positivo di questa parola. Il mio sogno sarebbe vedere a Milano quello che fanno a New York da anni. Dovrebbe essere la normalità. Anche perché li compro anch’io i vestiti, non solo le persone magre sono clienti dell’industria fashion.
Cosa credi che comporti questa tradizione delle modelle “standard” sulle nostre passerelle?
Il messaggio finale che arriva alle donne è che siamo sbagliate, strane, fuori dalla normalità. Ti fanno sentire esclusa. Come racconto nel mio libro, una volta sono entrata in un negozio a Torino per acquistare un vestito ma mi dissero che la taglia più grande che avevano era la M. In pratica non venivo nemmeno considerata dal loro brand. È quello che si vede nelle sfilate a Milano.
Secondo te come si può uscire da questo loop?
Io personalmente alle sfilate milanesi dove non vengono incluse anche modelle più “normali” non ci vado, perché non è giusto. Ho deciso di fare vedere che c’è un’altra realtà. Purtroppo in Italia si pensa che quella sia la regola, inoltre qui da noi i brand per curvy e plus size propongono come modelli cose sempre molto scure, classiche, “da signora”, con le cuciture standard. Non c'è un impegno per andare oltre. Nella mia linea ogni singolo abito è stato studiato nei minimi dettagli per andare a sottolineare tutte le forme.
Parlaci del video che hai pubblicato sui social network.
Ho cercato di creare visivamente quello che è stato il mio percorso. C’è un prima dove ho riportato parola per parola tutte le cose negative che sono state dette a me e a chi mi ha scritto per condividere la propria esperienza di body shaming. “La taglia M è la più grande che abbiamo”; “Meglio nero che smagrisce”; “Scegli questo vestito che ti copre bene i difetti”… Tutte queste cose tra le righe ti spingono a scomparire. Nel video viene reso proprio visivamente questo rischio: io a un certo punto sparisco. Poi c’è il momento di ribellione in cui capisco che non deve andare così. E infine il dopo: incomincio a vestirmi in maniera colorata, con braccia scoperte, libera. Si intravedono anche alcuni modelli della mia linea, è una specie di “teaserino” diciamo, ma senza spoilerare troppo dato che la presentazione ufficiale degli abiti sarà il 20 marzo. Organizzeremo un evento online su Zoom, aperto a tutti. Chi sarà presente all’evento in diretta, vedrà in anteprima tutti i modelli indossati da ospiti, influencer e guest star e avrà la possibilità di accedere alla prevendita sul sito con un codice sconto. Dopodiché all'inizio di aprile l’e-commerce sarà aperto a tutti.
Per te cosa significa il video che hai condiviso?
È un video di liberazione, di incoraggiamento. Ho scelto di condividerlo per la giornata internazionale della donna, perché oggi simbolicamente la donna viene celebrata, viene celebrata la sua libertà. Per me la libertà è anche la libertà di potersi vestire come si vuole, senza giudizi o pregiudizi di sorta.
Il tuo brand di abbigliamento tiene in considerazione anche la tendenza gender fluid?
Assolutamente sì: si tratta di abiti femminili ma che possono essere indossati da chiunque li senta propri. Inoltre per la presentazione della collezione ho invitato come ospiti personalità della comunità LGBT+, tra cui ospiti transgender.
Parlaci della tua partecipazione alla serie televisiva di Sky L'Uomo delle stelle.
È stata una bellissima esperienza. Io interpreto una protagonista di puntata, nella puntata che andrà in onda l’11 marzo. Sono una cantante lirica che si reca nel ristorante stellato in cui lo show è ambientato. Vedrete parecchie situazioni esilaranti tra me, il mio manager e il cameriere. È un programma molto divertente e brillante, ricco anche di attori influencer, come Paolo Camilli e Fabrizio Colica. L’Uomo delle stelle è diretto da Alessandro Guida e il protagonista assoluto è Stefano Cocco, che su IG si chiama appunto "uomo delle stelle". Un famoso critico stellare di food e wine.
Per concludere la nostra chiacchierata, quale augurio fai a te stessa, alle donne e a tutti noi?
Auguro a tutti (in particolare alle donne perché è innegabile che noi donne siamo un po’ più toccate da questo giudizio) di potersi sentire libere, di potersi esprimere, di godersi ogni attimo senza farsi limitare da stereotipi finti.