Teatro alla Scala, Speranza Scappucci prima donna italiana a dirigere un’opera. VIDEO

Spettacolo

Chiara Ribichini

Foto: Dario Acosta

“Forse il destino ci lancia dei segnali. Bisogna avere un pizzico di follia per rendersi conto se è il caso di accettare o no. Io ho sentito che poteva essere il momento giusto”. Speranza Scappucci racconta a Sky TG24 l’occasione arrivata all’ultimo di dirigere “I Capuleti e i Montecchi” di Bellini, dopo il ritiro di Evelino Pidò risultato positivo al Covid. Un’opportunità che le permette di scrivere una nuova pagina di storia. L’INTERVISTA

È la prima donna italiana a dirigere un’opera alla Scala. Romana, diplomata al Conservatorio Santa Cecilia e alla Juilliard School di New York, direttore musicale a Liegi dal 2017, Speranza Scappucci debutta sul podio scaligero con “I Capuleti e I Montecchi” di Vincenzo Bellini, dal 18 gennaio al Teatro alla Scala con la regia di Alfred Noble e un cast che vede sul palco star come Lisette Oropesa (Giulietta), Michele Pertusi (Lorenzo) e Marianne Crebassa (Romeo).
Un’opportunità arrivata in corsa dopo il forfait di Evelino Pidò fermato dal Covid. "È coraggiosa e ha talento", sottolinea il sovrintendente del Teatro alla Scala Meyer.
Abbiamo incontrato e intervistato Speranza Scappucci a margine della conferenza stampa di presentazione dell’opera, secondo titolo della stagione dopo il "Macbeth".

È stata chiamata un po’ all’ultimo per l’ennesimo cambio di programma dovuto all’emergenza sanitaria. Un’occasione che segna la storia di questo teatro e del nostro Paese.  È infatti la prima italiana a dirigere un’opera alla Scala e la prima in assoluto a dirigere il repertorio melodrammatico italiano (prima di lei solo Claire Gibaut e Susanna Maelkki ma in quel caso si trattava di opere contemporanee). Come sta affrontando questo momento?

Forse il destino ci lancia dei segnali. Bisogna avere anche un pizzico di follia positiva per rendersi conto se è il caso di accettare oppure no. È un’opportunità arrivata dopo tanti anni di studi e di esperienza, in un periodo così difficile per tutti. In quella mezz’ora che mi è stata data per decidere ho sentito che poteva essere il momento giusto.

 

Una telefonata arrivata il giorno dell’Epifania, a 12 giorni dalla prima. Una sfida e un’impresa visti i tempi strettissimi…
Nei momenti di difficoltà tiriamo fuori queste energie che non pensavamo di avere. Io sono stata catapultata in questa situazione. Con me tutte le maestranze del teatro: orchestra, coro, cantanti solisti, tecnici, personale degli uffici. Tutti. Ho trovato una voglia tale di fare cultura, di lottare, di non fermarci. Quel fuoco sacro che quando si accende a volte riesce a fare dei piccoli miracoli.

 

Lei è romana, lo scorso anno ha diretto i ragazzi dell’Accademia della Scala e il coro di voci bianche, insieme ad Andrea Zanon per il concerto in occasione degli inizi dei lavori di ristrutturazione della Torre Velasca (VIDEO). Che rapporto ha con Milano?

È una città che conosco poco, mia mamma ha studiato qui e mi parlava sempre di una città incredibile. Per una strana coincidenza del destino il primo dell’anno ho messo un’immagine di me sul Duomo. Forse è stato un segno premonitore.

 

I suoi studi e la sua carriera si dividono tra l’Italia e l’estero. Dal 2017 è direttore musicale a Liegi. Quali sono i momenti che hanno segnato di più il suo percorso?

Sicuramente il debutto a Vienna ma anche quello all’Opera di Roma o quello negli Stati Uniti. Ogni tassello è importante nella vita artistica. Quello che sto per vivere è sicuramente il più importante. Tutto questo non sarebbe possibile senza la fiducia delle persone che hanno creduto e scommesso in me.

 

In questi giorni un’altra donna, Oksana Lyniv, ha inaugurato con un concerto il suo arrivo al Teatro Comunale di Bologna come direttore musicale. è la prima donna in Italia a ricoprire questo ruolo (FOTO). La conosce?

Non personalmente ma l’ho invitata a Liegi (Scappucci è direttore musicale del all'Opera Royale di Wallonie, ndr). La scorsa settimana era a lavorare con la mia orchestra perché la prossima settimana inizierà la produzione di “Suor Angelica” di Puccini e “Mese Mariano” di Giordano. Ci tengo molto a invitare donne di valore. Conosco il suo talento.

 

"I Capuleti e i Montecchi" di Bellini è un’opera tutta al femminile, anche Romeo è una donna…
Accade spesso nel melodramma. Romeo in realtà è uno degli ultimi ruoli del repertorio ottocentesco a essere interpretato da una donna. Poi questa tradizione finì. Le due voci in questo caso si sposano meravigliosamente insieme. Il colore tra soprano e mezzosoprano è molto particolare.

 

Un’opera che manca a Milano dal 1989 quando a dirigerla fu Riccardo Muti. A proposito di Muti… Il Maestro ha sottolineato più volte (VIDEO), parlando della direzione d’orchestra, l’importanza delle prove al pianoforte e allo stesso tempo quella di non gesticolare troppo. Cosa ne pensa?  

L’opera si crea al pianoforte. In una situazione normale io sarei arrivata un mese fa e avrei cominciato le prove. Poi si sarebbero aggiunti gli altri elementi. Sul gesticolare penso che ognuno ha il proprio stile e il proprio modo di esprimere la musica. L’importante è far capire le proprie idee musicali ai musicisti. Se per raggiungere a quel risultato poi ci si deve muovere di più… why not?

 

Direttore o direttrice?
Visto che la parola direttrice esiste direi che la possiamo usare.

 

Lei come sceglie gli abiti per salire sul podio?
Io ho un mio stile, metto praticamente sempre Armani. Sono sempre vestiti in cui mi trovo comoda perché è importante oltre all’eleganza. È tutto pianificato in funzione del proprio lavoro, non solo dell’apparire.

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