Scala, in streaming Serata Grandi Coreografi: viaggio tra i capolavori della danza

Spettacolo

Chiara Ribichini

@Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala. Foto: Brescia-Amisano

Il nuovo spettacolo, disponibile sui canali social del Teatro fino al 22 maggio, è un omaggio ad alcuni tra i più importanti nomi della storia: da Petipa a Lifar, da Nureyev a Petit, da MacMillan a Neumeier. Tante perle coreografiche capaci di trasportare il pubblico anche a distanza. Tra virtuosismo, passione e danza pura. La recensione

Potrebbe essere l’ultimo streaming, l’ultimo inchino nel silenzio di un teatro dove il pubblico è mancato per 199 giorni a causa delle restrizioni imposte dal covid. Una grande assenza che però non ha mai scoraggiato gli artisti. Anzi, in questi mesi hanno dimostrato davvero tutta la loro forza non solo fisica ma anche interiore. Tamponi continui, momenti di quarantena, stop imprevedibili, allenamenti a volte a singhiozzo e casalinghi. E, soprattutto, la mancanza di quella normalità fatta di lezioni, prove e spettacoli serali che permette al corpo di un danzatore di essere sempre in forma. Ma loro, nonostante una quotidianità completamente stravolta dall’emergenza sanitaria, si sono fatti trovare sempre pronti. E così, questa Serata Grandi Coreografi ha messo in luce tutto lo smalto e lo spessore tecnico e artistico del Corpo di Ballo scaligero guidato da qualche mese dal neo direttore Manuel Legris (nel video in alto l'intervista a Sky Tg24). Chi scrive ha assistito dal vivo alla registrazione dello spettacolo poi trasmesso in streaming sui canali social del Teatro alla Scala (e disponibile fino al 22 maggio).

Danza pura e virtuosa

 

Il sipario si è aperto con una scena di piazza piena di vitalità e brio, quella dei pescatori e matadores del primo atto del Don Chisciotte nella versione di Rudolf Nureyev. Un’atmosfera spagnola stilizzata che ha visto nel ruolo del torero Espada Mattia Semperboni con Vittoria Valerio come Ballerina di strada. Una coreografia complessa tecnicamente e musicalmente capace di dare risalto subito anche al Corpo di Ballo. Folkore e virtuosismo anche in Gopak, danza nazionale ucraina da cui è tratto l’assolo firmato da Rostislav Zakharov magistralmente interpretato da Federico Fresi.
La danza risplende in tutta la sua bellezza e purezza nel passo a tre e nella Mazurka tratta da Suite en blanc, vero gioiello coreografico in stile neoclassico creato da Serge Lifar nel 1943 su estratti musicali dal balletto Namouna di Édouard Lalo. Splendidi Maria Celeste Losa, Timofej Andrijashenko e Nicola Del Freo per linee e tecnica. Impeccabile, come sempre, anche Claudio Coviello.

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Paquita, una vetrina di abilità per tutto il Corpo di Ballo


Purezza e lucentezza che ritroviamo poi nel Divertisemment di Paquita, omaggio al grande coreografo Marius Petipa. Una vera e propria vetrina capace di mettere in mostra tutta la bravura dei danzatori scaligeri. Primi ballerini, solisti e corpo di ballo in un’ottima prova di insieme. I protagonisti Nicoletta Manni e Nicola del Freo brillano per precisione, abilità e grande sicurezza. Nelle variazioni spiccano Maria Celeste Losa per le sue linee infinite, Martina Arduino per quei movimenti sentiti fino all’ultimo respiro e Alessandra Vassallo che vola sul palco con il suo inconfondibile temperamento.

da Neumeier a Petit

 

La Serata Grandi Coreografi è anche l’occasione per scoprire altri capolavori del repertorio meno noti. Come il passo a due da Spring and Fall di John Neumeier, portato in scena da Timofej Andrijashenko e Agnese Di Clemente. Creato nel 1991 per Manuel Legris e Gigi Hyatt è ispirato dalla Serenata per archi in mi magg. op. 22 di Antonín Dvořák. “Su questa musica - scrive Neumeier - non aveva senso inventare una storia. È molto più importante la tematica del movimento, che io vedo nella musica stessa, nel continuo passare dalla tensione alla distensione... Parlerei di Spring and fall (titolo di una poesia inglese di Gerard Manley Hopkins) nella misura in cui spring non significa soltanto “primavera”, ma anche “salto”, e fall non è solo “l’autunno”, ma anche la “caduta”. Questo è già un contenuto adatto a un balletto: saltare è quando si raccolgono le forze per slanciarsi verso l’alto, e cadere è quando le si lascia andare, in una sorta di distensione che riporta a terra”. E i due protagonisti riescono a ricreare questa sensazione di caducità e allo stesso tempo di sospensione.

 

Da Neumeier a un altro grande coreografo del Novecento, Roland Petit, di cui ricorre quest’anno il decennale dalla sua scomparsa. Due gli omaggi: il duetto maschile Le combat des anges, sull’Elégie op.24 per violoncello e pianoforte di Gabriel Faurè, da Proust, ou les intermittences du coeur, con Claudio Coviello e Marco Agostino, e un titolo mai presentato prima alla Scala, Debussy pour sept danseurs, creato nel 1990 su diverse composizioni per pianoforte di Claude Debussy. Interpreti del passo a due sulla Sarabande da Pour le Piano, eseguita al pianoforte da Fabio Ghidotti, Martina Arduino e Marco Agostino. Un momento lirico, delicato, elegante e molto contemporaneo.

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Da MacMillan a Bigonzetti: amore, passione e seduzione


Completano la serata due pezzi molto terreni e passionali: il passo a due del primo atto da L’histoire de Manon di Kenneth MacMillan, con Virna Toppi e Gabriele Corrado che hanno avuto l’occasione di approfondire il ruolo con due étoile d’eccezione come Alessandra Ferri e Massimo Murru (come visto anche nelle due Masterclass trasmesse in streaming dal Teatro alla Scala), e Cantata di Mauro Bigonzetti che porta in scena una gestualità tutta mediterranea. Un momento molto forte in cui Antonella Albano e Gioacchino Starace riescono a far esplodere passione, seduzione e gelosia.

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