Skin Positivity, Aurora Ramazzotti parla di acne: "Ho imparato ad amare la mia pelle"
SpettacoloLa figlia di Eros Ramazzotti e Michelle Hunziker torna a condividere sui social il tema delicatissimo dell'acne, offrendo un importante messaggio di body positivity - ma con focus sulla pelle - a tutti gli adolescenti e non solo a loro (i brufoli sono un problema in forte aumento anche tra gli adulti, complici forse la mascherina e lo stress di questo periodo storico)
Aurora Ramazzotti si unisce all'esercito sempre più folto di paladini dell'accettazione di se stessi: la figlia di Eros Ramazzotti e Michelle Hunziker è tornata a parlare di un tema molto delicato, quello dell'acne.
Si tratta di un vero e proprio flagello per molti giovani e non solo per loro, dato che l'acne si sta rivelando un problema in aumento anche tra gli adulti, complici forse la mascherina e lo stress indissolubilmente legato a questo periodo storico.
Aurora Ramazzotti si apre quindi ancora una volta sull'acne e, in particolare, sulla sua acne, condividendo sui social network una foto senza filtri né ritocchi corredata da una lunghissima didascalia in cui rivela a tutti come ha vissuto - e tutt'ora sta vivendo - la sua battaglia per curare i brufoli. Una battaglia che porta con sé un'importante vittoria, addirittura più importante di vincere l'acne stessa: ciò che si rivela più determinante per la qualità della vita rispetto alle soluzioni dermatologiche è infatti un passaggio obbligato per sentirsi bene con se stessi, ossia l'accettazione totale del proprio corpo, del proprio viso e di tutto quello che ci caratterizza.
Le parole di Aurora Ramazzotti
"È quasi un anno da quando ho iniziato il mio percorso per curare l’acne. Sì, insomma, l’ultimo percorso che mi ero concessa prima di arrendermi al fatto che non sarebbe mai andata via. Prima di iniziarlo avevo provato di tutto. Ho fatto ogni esame possibile immaginabile (veramente), smesso di mangiare molti alimenti a cui pensavo di essere intollerante e visto tanti di quegli specialisti da perdere le speranze. Perché combattere con la propria pelle è così: se non l’hai provato non puoi capire quanto sia frustrante non riuscire a trovare la causa. Ogni tentativo è un terno al lotto e, quando va male, una sconfitta da incassare ed elaborare", queste le parole con cui Aurora Ramazzotti esordisce nella lunga didascalia della foto condivisa.
Dopo questa introduzione in cui moltissimi di noi, teenager ed ex teenager (anche molto ma molto ex teenager dato che l'acne sta interessando pure le fasce anagrafiche più mature) si rivedranno senz'altro, un colpo di scena cambia le carte in tavola. E si rivela un asso nella manica.
"Ebbene quest’anno posso dire che è stato diverso, perché la causa non mi interessava più trovarla. Mi sono abbandonata alle mani di una persona che, a pelle (ironia della sorte?) mi ispirava fiducia. Ho imparato a fidarmi, ad apprezzare il percorso (turbolento, a tratti incomprensibile) ad amare la mia pelle e a non volerla nascondere anche quando faticavo a guardarmi allo specchio. Tanto che ultimamente lo stesso specchio ha perso d’importanza, non ci combatto più, e quando mi ci imbatto non mi sento di festeggiare per i risultati ottenuti perché ho capito che la pelle ci parla. Al posto di maltrattarla con prodotti che non fanno che peggiorare la situazione e appesantirla con farmaci non necessari- condizionati da ciò che leggiamo e vediamo in giro- va curata, nel vero senso della parola, con costanza, delicatezza e amore. Da lì in poi sarà lei a farci capire quando sta bene o male. Basta saperla ascoltare e accettarla per quello che è. E soprattutto, anche se è difficile, non mollare mai il colpo perché un giorno, come me oggi, ti fermerai a pensare al percorso e ti verrà da sorridere", continua Aurora Ramazzotti nel suo messaggio rivolto a tutti.
E conclude augurando a ognuno di noi di trovare una persona "che sappia trasmettergli l’amore per la pelle anche quando ci sembra che non ci sia proprio niente da amare".
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Un percorso psicologico prima ancora che dermatologico
Il percorso che potrebbe aiutare molte persone che non si sentono a proprio agio nella propria pelle (letteralmente) a causa di problemi epidermici non è solo di tipo dermatologico. Il fattore psicologico è determinante e, non di rado, potrebbe rivelarsi addirittura la causa scatenante dei brufoli, come i periodi di forte stress come quelli che stiamo vivendo ci insegnano.
"Vi prometto che alla fine del percorso quasi non vi ricorderete più dei momenti in cui avreste voluto strapparvela quella maledetta pelle. Al contrario, la ringrazierete per avervi insegnato a fregarvene", così Aurora Ramazzotti conclude il suo messaggio che si inserisce nel solco di quel movimento chiamato Body Positive.
Un movimento che sta chiamando a raccolta tantissime persone e personalità, intese come celeb. Molte influencer, attrici, cantanti e Vip in generale ci stanno mettendo la faccia (e il corpo) in nome della giusta causa dell'accettarsi così come si è.
Una guerra santa in cui gli acerrimi nemici da combattere sono i canoni estetici impossibili da raggiungere che dalla metà del secolo scorso a oggi le passerelle e le copertine patinate hanno imposto alla società.
Finalmente stiamo assistendo a un cambiamento epocale, a una ribellione di ciò che ci viene imposto "dall'alto": taglie troppo strette, curve troppo perfette, visi di porcellana, smagliature e cellulite inesistenti. Quando spesso poi tutti questi canoni estetici sono riassumibili in una sola parola: Photoshop.
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Le celebrità e la crociata contro l’inadeguatezza da brufoli
Quello a cui stiamo assistendo è una crociata non contro i brufoli bensì versus l’inadeguatezza che spesso essi causano in chi ne è interessato.
Anche l’hashtag #skinpositivity, oltre a quello del bodypositive, è diventato un’arma con cui combattere il tabù dell’acne e, a sfoderarla, sono in primis tante dive.
La modella Adwoa Aboah, Kendall Jenner e Iris Law così come Justin Bieber hanno iniziato a mostrare ai milioni di follower che anche loro, ebbene sì, non sono affatto immuni alle imperfezioni della pelle, anzi.
Anche la principessa del pop e regina del gossip, Britney Spear, si è votata alla causa (lei del contro acne più che del pro sentirsi a proprio agio), pubblicando un post su Instagram corredato dalle parole: “Quando ero più giovane ho avuto problemi di acne fino a che non ho fatto il mio primo film…Ero così nervosa di mostrarmi di fronte alla telecamera così sono andata da un dermatologo per trovare dei prodotti performanti”.
Ma anche lei, almeno, ha rivelato di essere come tutti gli altri, un essere umano con pregi e difetti, con occhi belli e brufoli. Belli anch’essi, ecco.
Quello che il movimento del cosiddetto Skin Positivity vuole normalizzare non è infatti la zona T e il mento (i punti più vulnerabili in materia di brufoli) bensì l’acne stessa.
Ricordiamo anche che Kendall Jenner, in occasione dei Golden Globe 2018, si è presentata sfoggiando sia un abito nero sia una pelle coperta di brufoli. Ai commenti sui social network che ha collezionato, ha risposto non solo zittendo tutti ma dando anche una bella lezione di accettazione di sé.
“Non lasciate che questa stupidata vi fermi”, ha dichiarato Kendall Jenner dando il via a una standing ovation virtuale di approvazione.
Per quanto riguarda le dive italiane, oltre ad Aurora Ramazzotti anche Matilda De Angelis sta aiutando molto i giovani e tutti coloro che sono interessati da questo problema. L’attrice ha condiviso su Instagram un selfie di lei struccata e senza alcun tipo di filtro, uno scatto in cui non tenta di mascherare le sue imperfezioni epidermiche. Un vero e proprio manifesto di lotta contro il disagio che deriva dai canoni estetici restrittivi e spesso impossibili da raggiungere, partendo dalle taglie minuscole fino ad arrivare alla pelle di porcellana.