Hashtagart, Chloé Lopes Gomes: storia di una ballerina nera vittima di discriminazione

Spettacolo

Chiara Ribichini

La danzatrice di colore dello Staatsballett di Berlino ha denunciato episodi di razzismo. Tra questi la richiesta da parte di un insegnante di “sbiancarsi” per interpretare il Lago dei Cigni, una pratica in realtà molto diffusa nel balletto. Solidarietà dai suoi colleghi internazionali, tra cui Misty Copeland

È stata al centro delle cronache internazionali per aver denunciato di esser stata vittima di discriminazione razzista da parte della sua compagnia, lo Staatsballett di Berlino. Una denuncia arrivata nel momento in cui le è stato comunicato che il suo contratto si sarebbe interrotto per i tagli al personale decisi per affrontare le difficoltà economiche causate dal Covid (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE).

Così Chloé Lopes Gomes, 29 anni, ha assunto un avvocato e ha raccontato delle offese subite nel suo ambiente. Accuse poi riportate nelle interviste che ha rilasciato a vari giornali tra cui lo Spiegel e il Guardian. Per questo appuntamento di Hashtagart, la rubrica dedicata all’arte, abbiamo scelto di raccontare la sua storia riprendendo un video, di cui lei stessa è protagonista, girato per Vogue Paris subito dopo la morte di George Floyd e la nascita del movimento Black Lives Matter che riprende nel titolo le parole di Martin Luther King “Now is the time”.  

LE ACCUSE

Tra gli episodi di discriminazione raccontati da Chloé Lopes Gomes, spicca la richiesta da parte di un maître di sbiancarsi un po’ la pelle per il “Lago dei Cigni”. Una pratica, in realtà, molto diffusa nella danza classica. A tutte le danzatrici viene infatti chiesto, soprattutto quando si tratta di interpretare alcuni balletti romantici, di usare il cosiddetto “cerone” per sembrare più bianche. Una tecnica, oggi chiamata “whitefacing” che affonda le radici nel passato e che viene utilizzata proprio per rappresentare le creature eteree e ultraterrene protagoniste di alcuni classici come i Cigni, le Villi in “Giselle”, le Ombre in “La Bayadere” o le Silfidi.

Una tecnica che però molte compagnie stanno abbandonando anche perché al loro interno hanno danzatori di ogni colore. Come l’American Ballet che ha due primi ballerini neri: Misty Copeland e Calvin Royal III.

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La solidarietà dei colleghi

La stessa Misty Copeland, insieme ad altri danzatori internazionali, è scesa in campo per esprimere la sua solidarietà a Lopes Gomes. Lo Staatsballett si è difeso dalle accuse sottolineando al contrario come la diversità etnica sia proprio una loro bandiera. "91 ballerini provenienti da oltre 30 nazioni" si legge sul loro sito. La compagnia ha comunque avviato un’indagine coadiuvata da esterni per accertare eventuali comportamenti anomali. 

L’insegnante, di cui nessuno ha pubblicato il nome, non ha voluto ribattere alle accuse.

Nata a Nizza, formatasi a Marsiglia e nella prestigiosa Accademia del Bolshoi di Mosca, Gomes è entrata allo Staatsballett nel 2018 dopo aver fatto parte della compagnia di Béjart.

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