#StopHateForProfit: da Kim Kardashian a DiCaprio, le star protestano contro l'odio social
SpettacoloDiverse protagonisti dello spettacolo hanno portato avanti 24 ore di silenzio sui propri profili, con l’obiettivo di boicottare, almeno per un giorno, Facebook e Instagram. Il motivo della "ribellione" è lo scarso controllo che le piattaforme farebbero sui messaggi di odio e violenza. “Non posso restare qui a guardare in silenzio”, ha scritto Kim Kardashian, una delle prime ad aderire all’iniziativa
Congelare i social network per un giorno per aderire all’iniziativa #StopHateForProfit: è stata questa l’idea di Kim Kardashian, Leonardo DiCaprio e tante altre star. L’obiettivo era quello di boicottare almeno per un giorno Facebook e Instagram “colpevoli” di non controllare adeguatamente i messaggi di odio e violenza per preservare e garantire i numerosi profitti economici che derivano dai social. "Non posso restare in silenzio mentre queste piattaforme continuano a consentire la diffusione di odio, propaganda e disinformazione", ha spiegato in un post pubblicato sui suoi diversi account social, che contano decine di milioni di follower, Kim Kardashian.
Le star che hanno aderito
Non solo Kim Kardashian: sono tantissime le star che hanno aderito a questa iniziativa. Leonardo DiCaprio, per esempio, ha fatto sapere che si tratta di un boicottaggio che può trasformarsi in “un’opportunità offerta per collaborare con organizzazioni e comunità e creare delle piattaforme più sicure”. L’attore Ashton Kutcher ha invece ribadito che i social network “non sono stati costruiti per diffondere odio, violenza e disinformazione – ma quando compagnie ed individui ne traggono un vantaggio finanziario o meno, è loro responsabilità mitigare questi utilizzi indesiderati”. Tra le più attive anche Jennifer Lawrence che ha chiesto ai suoi follower di seguirla anche in questa iniziativa perché “Facebook ignora l’odio e la disinformazione sui propri siti. Non è un errore operativo. Sceglie deliberatamente di preferire il profitto rispetto alle persone e alla democrazia”. Tra gli altri, si segnalano anche Orlando Bloom, Kerry Washington, Mark Ruffalo, Katy Perry e Sacha Baron Cohen.
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I provvedimenti già presi da Mark Zuckerberg
L’iniziativa e il conseguente hashtag in realtà non sono nuovissimi ma la recente sparatoria di Kenosha, nella quale un giovane aderente alle milizie di estrema destra ha ucciso due manifestanti e ne ha ferito uno, ha riportato in evidenza le falle dei social network e ha riacceso le critiche: Mark Zuckerberg aveva ammesso che le piattaforme erano intervenute troppo tardi nel bloccare gli account delle milizie. In realtà già all’inizio di luglio, l’ad di Facebook aveva parlato con i rappresentanti del movimento che in quell'incontro avevano chiesto dieci misure immediate trovando però Zuckerberg d'accordo solo su una, la nomina di un leader con esperienza nel movimento per i diritti civili. Ragion per cui, il movimento aveva deciso di continuare l'azione di protesta. Facebook però ha successivamente fatto sapere di non essere rimasta immobile annunciando, ad agosto, di aver cancellato circa 790 account collegati a QAnon, teoria complottista di estrema destra, mentre all’inizio di settembre la piattaforma di Mark Zuckerberg ha comunicato un inasprimento delle sue regole sulla pubblicità politica.
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