Beethoven Summer, ultimo atto con la Nona al Castello Sforzesco

Spettacolo
1-LaVerdi

LaVerdi approda sul palco allestito nel Cortile delle Armi  con la “Corale”, l’ultimo capolavoro sinfonico beethoveniano. Appuntamento domenica 30 agosto alle 21.00

L’esperienza della Beethoven Summer ha rappresentato una scommessa (Il pianista Federico Colli protagonista alla Beethoven Summer). Affrontare l’integrale delle Sinfonie e dei Concerti per pianoforte di Beethoven con una formazione ridotta ha consentito ai Professori dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi di sperimentare una nuova dimensione orchestrale: trentacinque elementi sul palco, ognuno col proprio leggio, distanziati l’un l’altro di circa un metro e mezzo. Un nuovo modo di approcciare l’orchestra, un’esperienza che a laVerdi è servita, e che ha consentito di tenere compagnia alla città di Milano durante questa estate un po’ particolare che stiamo vivendo.

Il coronamento di un ambizioso progetto 


Non poteva che essere l’esecuzione della Sinfonia n.9 in re minore op.125, la “Corale”
, l’ultimo capolavoro sinfonico beethoveniano. E per farlo, laVerdi esce dalla sua casa, l’Auditorium di Milano, domenica 30 agosto alle 21.00, e approda sul palco allestito nel Cortile delle Armi del Castello Sforzesco, che fino al 4 settembre ospita gli oltre 80 eventi dal vivo inseriti nel palinsesto di Estate Sforzesca, l'iniziativa del Comune di Milano nonché cuore di "Aria di Cultura". LaVerdi insieme al suo Direttore Musicale Claus Peter Flor esegue la Nona di Beethoven, a conclusione della rassegna che laVerdi ha voluto dedicare al grande compositore tedesco nel 250° anniversario dalla nascita. Per l’occasione, i quattro solisti saranno Sabina von Walther (soprano), Josè Maria Lo Monaco (mezzosoprano), Patrik Reiter (tenore) e Ugo Guagliardo (basso).

 

Sul palco dell’Estate Sforzesca sarà possibile assistere a un programma che conclude perfettamente la Beethoven Summer, il cui spirito è stato descritto perfettamente dalle parole del Maestro Claus Peter Flor: “Occorre tornare alla musica viva con più slancio di prima. Non interrogarci troppo su come farla, buttarci dentro a capofitto, nutrirci ogni giorno della sua bellezza per celebrare la forza della vita”. Un grande inno alla gioia e alla fratellanza, che in questo momento storico più che mai rappresenta una necessità imprescindibile.

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approfondimento

"Beethoven Summer" con laVerdi, il programma

La Nona Sinfonia di Beethoven

 

È difficile, per l’ascoltatore dei nostri tempi, capire quanto traumatica possa essere stata per il pubblico contemporaneo a Beethoven l’introduzione di solisti e coro in una sinfonia, fino ad allora appannaggio della sola orchestra. Così come è difficile comprendere la complessità e la meraviglia dell’opera ed in particolare del suo quarto movimento, che si pone di fronte all’uditorio come summa del pensiero, musicale, ma soprattutto umano, del compositore. L’ultima sinfonia composta da Beethoven fu eseguita per la prima volta a Vienna il 7 maggio del 1824 a distanza di dieci anni dall’Ottava sinfonia, la cui tiepida accoglienza da parte dei critici gli aveva lasciato un po’ di amarezza. Il compositore, ormai completamente sordo, si era dedicato negli anni seguenti alla cameristica, e in particolare all’amato pianoforte, regalando al mondo una serie impressionante di capolavori. 


Dedicata a Sua Maestà il Re di Prussia Federico Guglielmo III
, la Nona ebbe subito un successo enorme ed è ancora oggi una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico, considerata la più grandiosa composizione musicale mai scritta, il cui testo e spartito sono stati dichiarati dall’Unesco nel 2001 Memoria del Mondo.

Da subito il pubblico comprese appieno la portata del messaggio di Beethoven, di quell’uomo che senza arrendersi alle avversità della vita aveva tradotto in musica alcuni princìpi dell’Illuminismo, come  la rappresentazione di una tensione finalizzata al raggiungimento della felicità universale, condizione perseguibile nell’esaltazione della fratellanza e nel sincero convincimento della presenza di una Bontà Celeste, di un Essere Supremo che dal caos primordiale fonda un ordine morale a cui ogni uomo è chiamato a contribuire, esercitando virtù come la tolleranza, la giustizia, la fratellanza, la lotta contro i pregiudizi e il diritto di ciascun uomo ad essere felice e il messaggio. Attraverso l’uso del coro, inoltre, la partitura trasmette con maggiore energia un concetto filosofico, un “programma” che diviene evidente e definitivamente riconoscibile nell’Inno alla Gioia, il grande finale vocale basato sul testo dell'omonimo poema di Friedrich Schiller.

Il tema, riadattato da Herbert von Karajan nel 1972, rappresenta oggi l’inno dell’Unione Europea. Da quel 7 maggio del 1824 la Nona non smetterà più di circolare, di essere eseguita e di continuare a commuoverci, simboleggiando con forza il testamento spirituale e la forza morale di un uomo con pochi termini di paragone nell’intera storia della nostra cultura; un messaggio che a duecento anni di distanza arriva ancora forte e chiaro sulle note di una sinfonia che come poche sa toccare il cuore di chi l’ascolta.

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approfondimento

Il pianista Federico Colli protagonista alla Beethoven Summer

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