Cattelan: "Banana mangiata? Non mi importa, conta l'idea". Datuna: "Perfomance artistica"

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L'artista risponde alla provocazione del collega che ha mangiato il frutto appeso con lo scotch al muro della Basel Art di Miami. L’opera è stata venduta a 120mila dollari. L'autore del gesto: "È un'artista che mangia un altro artista. Rispetto Cattelan, lo adoro"

"Non m’importa nulla che sia stata mangiata, perché ciò che conta è solo l’idea". Così l’artista Maurizio Cattelan, in un'intervista al Corriere della Sera, risponde alla provocazione del collega David Datuna, americano di origini georgiane, che ha mangiato la banana appesa con lo scotch al muro del Basel Art di Miami. Un’opera d’arte venduta a 120mila dollari. "Posso mangiare la banana e il concetto di banana solo perché sono un artista anche io - ha dichiarato da parte sua Datuna a margine del gesto provocatorio – Rispetto Cattelan, lo adoro. Ma io sono un artista che mangia un altro artista. È divertente". (LE OPERE DI CATTELAN - SUL MURO UNA SCRITTA SU EPSTEIN AL POSTO DELLA BANANA)

Cattelan: "Generata narrativa attorno al mio lavoro"

"Ci sarà sempre qualcuno che tira giù un mio pupazzo, mi ruba un cesso d'oro o si mangia la banana, tutto ciò alla fine aiuta una certa narrativa che ruota attorno al mio lavoro", ha detto ancora al Corriere l'artista padovano, commentando quello che è successo alla sua opera Comedian, presentata alla galleria d'arte a Miami. Né il gallerista né Cattelan hanno deciso di procedere legalmente.

Datuna: "La mia è stata una performance artistica"

E se Cattelan minimizza, dall'altro lato Datuna prova a spiegare il suo gesto finito anche in un video ampiamente condiviso sui social media. "Prima di tutto - precisa Datuna - rispetto molto questo artista. Per me, è uno dei migliori artisti del mondo. E penso questo: è il primo caso nella storia dell'arte in cui un artista mangia il concept di un altro artista. Quindi non è stato vandalismo. Era una performance artistica che ho chiamato 'Hungry Artist' e assolutamente, non mi dispiace quello che ho fatto".

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