L’étoile ha incontrato i ragazzi di tre università in occasione della II edizione a Milano di Ondance, la festa della danza. Tanti gli aneddoti e gli episodi ricordati dal celebre danzatore, che ha parlato del dietro le quinte e della vita di un ballerino senza riserve
“In classe, alla sbarra, bisogna essere rigorosi e attenersi sempre alle regole. Nello studio è fondamentale. Poi, in scena è una performance e devi dare il meglio e il massimo. Anche accettando il compromesso di non seguire esattamente quelle regole ma trovando il miglior risultato di sempre. Alla fine si tratta di trovare il giusto compromesso tra la parte interpretativa e quella tecnica. Quindi sul palco il ballerino si prende la libertà di rinunciare a seguire alcune regole facendo in modo che il pubblico non se ne accorga”.
E’ un Roberto Bolle (FOTO) senza riserve quello che si racconta agli studenti accorsi per lui nell’aula magna dell’università Bicocca di Milano in occasione del convegno “A scuola con la danza”. Un evento, che ha riunito studenti di tre diversità diverse, organizzato all’interno della seconda edizione di Ondance, la grande festa della danza ideata dall’étoile che quest’anno ha avuto un’anteprima a Napoli.
Una lezione sulla danza con Roberto Bolle
Una lezione non alla sbarra. Non di danza dunque ma sulla danza. O, meglio, sulla storia della danza e sull’importanza dello studio di questa materia in una formazione umanistica, e non solo, dell’individuo. Una riflessione che ha visto il contributo di Maria Cambiaghi, docente di storia del teatro e dello spettacolo e Storia del teatro contemporaneo dell’Università Statale di Milano, Anna Mazzanti, Docente di Arte Contemporanea e Design del Politecnico di Milano e Zaira Cattaneo, Docente di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica dell’Università Bicocca. Un’occasione per gli studenti di incontrare l’étoile che non si è risparmiato di fronte alle loro domande e raccontando il dietro le quinte della sua lunghissima carriera.
Il dietro le quinte di un étoile
Tanti gli episodi e gli aneddoti che Roberto Bolle ha svelato. Dai suoi ruoli preferiti, come Albrecht nel celebre balletto romantico Giselle, a coreografie mai interpretate come La Fille mal gardée. Alle paure di salire su un palco pieno di “trappole”. Come quello costruito nello stadio di Torino in occasione delle Olimpiadi del 2006.
“Il pavimento bianco, le tribune e gli spalti lontanissimi. Era difficile cercare di capire da che parte fossi girato” ricorda scherzando. E aggiunge: “Poi tra l’altro, piccolo particolare, eravamo in diretta e in mondovisione. Ed era il 10 febbraio e faceva freddo ballare fuori”.