Il sito specializzato “Information is beautiful” ha stilato una classifica basata sulla precisione storica di 14 recenti pellicole. Nella ricerca è stata analizzata ogni scena e sono stati attribuiti cinque tipi di giudizio: vero, verosimile, probabilmente falso, falso e inconoscibile (quando le fonti non possono essere verificate o sono segrete). LA FOTOGALLERY
Il sito "Information is beautiful" ha analizzato una serie di film recenti ispirati a vicende storiche per verificarne la fedeltà agli eventi realmente accaduti. La valutazione è stata effettuata secondo tre livelli di rigidità delle verifiche: una flessibile, una accurata ma con margini licenza poetica per gli autori e una che prende in considerazione soltanto l’inconfutabile verità storica. La pellicola storicamente più accurata fra quelle considerate è risultata “Selma”, ispirata alla marcia della comunità nera della omonima città per protestare contro gli abusi subiti dai cittadini afroamericani. Secondo il criterio “flessibile”, la percentuale di scene corrette è addirittura del 100% -
Molto fedele alla realtà storica il film “La grande scommessa”, diretto da Adam McKay nel 2015. La storia del gruppo di investitori che ha previsto la crisi finanziaria del 2008 e ne ha ricavato enormi profitti è tratta da un romanzo di Michael Lewis e raggiunge il 91,4% di precisione -
“Il ponte delle spie” di Steven Spielberg si posiziona al terzo posto con quasi il 90% di fedeltà alla storia che racconta. Ambientato durante la guerra fredda, è incentrato sull’arresto della spia russa Rudolf Abel, poi scambiata con il pilota statunitense Francis Gary Powers, catturato dai sovietici -
“12 anni schiavo” di Steve McQueen (premio Oscar come miglior film nel 2014) non è stata una pellicola facile da analizzare, secondo quanto hanno dichiarato i ricercatori: si basa infatti sull’autobiografia dello scrittore del XIX secolo Solomon Northup, fonte affidabile ma difficile da incrociare con dati storici certi. “Information is beautiful” gli assegna l’88,2% di verità storica -
Coerenza con la storia anche in “Rush”, film del 2013 che racconta la rivalità fra i piloti James Hunt e Niki Lauda a metà degli anni '70. Vero quasi tutto quello che succede in pista, leggermente romanzate le vite private dei protagonisti -
“Il caso Spotlight” di Tom McCarthy, miglior film agli Oscar 2016, è considerato aderente alla realtà storica (81,6%). La pellicola ripercorre l'indagine del quotidiano “The Boston Globe" sull'arcivescovo Bernard Francis Law, accusato di aver coperto molti casi di pedofilia negli Stati Uniti -
“Captain Phillips-Attacco in mare aperto” è un film biografico del 2013 che raggiunge l’81,4% di accuratezza in questa classifica. Adattamento cinematografico della biografia “Il dovere di un capitano” di Richard Phillips, racconta il dirottamento della nave mercantile statunitense Maersk Alabama, avvenuto nell'aprile 2009 per mano di quattro pirati somali, e la conseguente cattura del suo comandante -
“The social network” di David Fincher, che racconta la nascita di Facebook, è in gran parte fedele alla realtà, ma il regista insiste troppo sulla caratterizzazione di alcuni personaggi, soprattutto il protagonista Mark Zuckerberg: 76,1% il punteggio ottenuto -
Particolarmente difficile è stata l’analisi di “The wolf of Wall Street” di Martin Scorsese, visto che si basa sull’autobiografia di Jordan Belfort, broker spregiudicato e ritenuto inaffidabile nel racconto. Il fact-cheking del sito ha dato come risultato il 74,6% di fedeltà agli avvenimenti -
Buon risultato (73,4%) per “Il discorso del re”, ispirato ai problemi di balbuzie del sovrano britannico Giorgio VI. Sorprendentemente, è tutto sommato veritiero il particolare rapporto di amicizia con il logopedista Lionel Logue, mentre sono alterati alcuni dati ed eventi storici -
“Philomena" di Stephen Frears è la storia di una donna irlandese costretta ad abbandonare suo figlio per poi doverlo cercare negli Stati Uniti a 50 anni di distanza. Il 69,8% di verità storica è dovuto alle grandi libertà che si prende la sceneggiatura riguardo ai pensieri e ai sentimenti della protagonista -
“Dallas buyers club”, vincitore di tre Oscar nel 2014, è un altro film difficile da analizzare, dato che si basa sui diari privati di Ron Woodroof, una fonte a cui non è possibile concedere autorità storica. La storia appare comunque verosimile, mentre la ricostruzione del carattere del protagonista e le sottotrame sono probabilmente frutto della fantasia degli sceneggiatori: risultato finale 61,4% -
“American sniper” di Clint Eastwood mette in scena eventi realmente successi in Iraq, ma esagera nel mettere l'accento sulle imprese di Chris Kyle, infallibile cecchino a cui viene attribuito un ruolo tragico assente nella realtà. Per questo il risultato è solo il 56,9% di fedeltà storica -
In fondo alla classifica c’è “The imitation game”, basato sulla storia del matematico Alan Turing, che decifrò un codice di comunicazione nazista durante la seconda guerra mondiale. Il 41,4% della classifica “flessibile” diventa 18,6% considerando solo la verità inconfutabile delle scene -