Edizione numero 73, in programma dal 31 agosto al 10 settembre. Tre i lavori italiani in concorso: "Questi giorni", "Piuma" e "Spira Mirabilis". Dovranno vedersela con pellicole che arrivano da tutto il mondo, alcune con cast stellari e registi famosi
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Venti film per un Leone d’Oro: sono le pellicole, tra le quali tre italiane, in gara per vincere la 73esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, in programma dal 31 agosto al 10 settembre (nella foto, la locandina del festival) –
Tra i film italiani c’è “Piuma” (nella foto, una scena). È la quarta pellicola di Roan Johnson e anche questa volta è una storia di ragazzi: una coppia di fidanzatini che dovrebbe studiare per gli esami di maturità e invece si ritrova alle prese con una gravidanza inattesa. Protagonisti Ferro, Luigi Fedele, e Cate, Blu Yoshimi. Prodotto da Palomar e Sky Cinema, con il contributo del MiBACT, è distribuito da Lucky Red dal 20 settembre –
Altra pellicola italiana in gara è “Questi giorni” (nella foto, una scena), decimo film di Giuseppe Piccioni (che a Venezia ha già avuto riconoscimenti, come le due coppe Volpi a Sandra Ceccarelli e Luigi Lo Cascio per “Luce dei miei occhi”). Racconta la storia di un gruppo di ragazze di provincia in età universitaria, l'età in cui le scelte sul futuro si fanno pressanti e non rinviabili. La loro estate “di passaggio” è fatta di giorni in cui non succede niente, ma in realtà cambia tutto. Nel cast Margherita Buy, Sergio Rubini, Filippo Timi, Maria Roveran, Marta Gastini, Caterina Le Caselle, Laura Adriani, Alessandro Averone, Mina Djukic. Tratto dal romanzo inedito “Color betulla giovane” di Marta Bertini, il film è prodotto da 11 marzo, Publispei, Rai Cinema ed è distribuito da Bim dal 15 settembre –
Chiude la pattuglia italiana “Spira Mirabilis” (nella foto, una scena), film documentario di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti che aspira al racconto dell'immortalità attraverso i quattro elementi della natura: l'acqua, l'aria, la terra e il fuoco, resi molto concreti. Prodotto da Montmorency Film e Rai Cinema, la spirale meravigliosa è una sorta di sinfonia visiva che mette lo spettatore di fronte alla parte migliore di noi. Il film, in sala dal 22 settembre con I Wonder Pictures, racconta storie inedite e potenti da quattro diversi luoghi del mondo. Una su tutte, quella dello scienziato giapponese Shin Kubota che studia la infinitesimale medusa immortale Turritopsis –
Ana Lily Amirpour (nella foto), sceneggiatrice, produttrice e regista Usa di origini iraniane, porta a Venezia “The Bad Batch”: un romantic-cannibal-thriller con mega cast (Suki Waterhouse, Jason Momoa, Keanu Reeves, Jim Carrey, Giovanni Ribisi, Yolonda Ross e Jayda Fink). Siamo in Texas, dove vive una comunità di cannibali in una realtà quotidiana post-apocalittica –
“The light between oceans”, dello statunitense Derek Cianfrance, si annuncia come un film d’amore ammantato di melò (nella foto, una scena). Tratto dal romanzo di Stedman, la pellicola ci porta su un'isola australiana dopo la Prima guerra mondiale. Un guardiano del faro (Michael Fassbender) e sua moglie (Alicia Vikander) vedono cambiare le loro vite quando il mare spinge fino a loro una barca con un morto e una neonata –
“Nocturnal animals”, tratto da un romanzo di Austin Wright, è la seconda regia dello statunitense Tom Ford (nella foto, una scena). Nella prima parte c'è una donna (Amy Adams) che riceve un manoscritto dal suo ex marito, da cui è separata da vent'anni. La seconda racconta, invece, la storia di quel manoscritto con le tragiche disavventure di un uomo (Jake Gyllenhaal) in vacanza con la famiglia –
“Jackie”, del cileno Pablo Larrain (nella foto), è un ritratto di Jackie Kennedy. Siamo negli Stati Uniti degli anni Sessanta. Esattamente nei quattro giorni che precedono l'assassinio del marito, fino ai difficili giorni che seguirono la tragedia –
Il regista-filosofo statunitense Terrence Malick porta in concorso “Voyage of time”, suo primo documentario. Voce narrante è Cate Blanchett, le musiche sono di Ennio Morricone. “Uno dei miei più grandi sogni”, definisce lo stesso Malick questo documentario che mostra nascita e morte dell'universo (nella foto, una scena) –
Tra fantascienza e linguistica è “Arrival”, del canadese Denis Villeneuve (nella foto) con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker e Michael Stuhlbarg. È tratto dal romanzo “Story of Your Life” di Ted Chiang. Navicelle aliene approdano sulla terra: sono pacifiche o meno? Interviene un'esperta di linguistica (Adams) per capire cosa c'è dietro quell'invasione –
“La La Land”, film di apertura, è scritto e diretto dallo statunitense Damien Chazelle e racconta il musical americano (nella foto, una scena). Interpretato da Emma Stone, Ryan Gosling, John Legend e J. K. Simmons, è un omaggio alla stagione d'oro del musical a stelle e strisce, da “Un americano a Parigi” di Minnelli a “New York, New York” di Scorsese –
Un premio Nobel per la letteratura, che vive in Europa da decenni, accetta un invito in Argentina per essere premiato. L'uomo ritroverà affetto e affinità, che ancora lo uniscono al suo popolo, come differenze inconciliabili che daranno vita ad un crescendo di violenza. È questa la trama di “El Ciudadano Ilustre”, di Mariano Cohn (nella foto) e Gastón Duprat –
In gara anche “The Woman Who Left” del filippino Lav Diaz (nella foto). Liberamente tratto da un racconto di Tolstoj, è un'opera sull'esistenza umana e sulla domanda: “Dov'è la logica in tutto questo?”. Un film per trovare risposte che ogni uomo inquieto si pone –
Poi c’è “La Region Salvaje” di Amat Escalante (nella foto). Una parabola sociale, che guarda al Messico. Una storia di innamoramenti e disillusioni in una città d'altura messicana. Verónica cerca il punto in cui cadde un meteorite che alterò la conformazione della zona. Allo stesso modo sarà lei ad alterare le vite di una giovane coppia –
“Paradise”, del russo Andrei Konchalovsky (nella foto), è un lungometraggio sui destini di tre personaggi durante la Seconda guerra mondiale: Olga, aristocratica russa che fa parte della Resistenza francese; Jules, collaborazionista francese; Helmut, ufficiale delle SS. Un film monito che fa sua la citazione di Jaspers: “Quello che è successo è un avvertimento. Deve essere ricordato” –
“Brimstone”, dell’olandese Martin Koolhoven, è una storia sull'inferno terrestre. Liz (Dakota Fanning, nella foto) è una bellezza selvaggia, cuore sensibile e animo irruento. La perseguita Preacher (Guy Pearce), fanatico vendicativo e diabolico. Liz è un cuore puro, ma capace di sprigionare una forza terribile –
Emir Kusturiča è in gara con “On the Milky Road” (nella foto, la locandina). Il film è diviso in tre parti narrative che raccontano diversi periodi di un uomo (Kusturiča) e del suo Paese: la vita durante la guerra dei Balcani, l’amore per una donna (Monica Bellucci) tra i monti della Serbia, la decisione di farsi monaco alla morte dell’amata –
Michael crede di aver vissuto da bambino una rivelazione divina nel deserto del Cile. I vicini lo ritengono solo il folle del paese, “el Cristo”. Una sera un suo amico ha un incidente e Michael si mette in viaggio nel deserto convinto di poterlo curare con un miracolo. È la trama di “El Cristo Ciego” di Christopher Murray (nella foto, dal sito della Biennale, una scena del film)–
Aspira al Leone d’Oro anche il tedesco Wim Wenders (nella foto), regista di “Les Beaux Jours d'Aranjuez”. Tratto da una piece di Handke, il film racconta di un uomo e una donna che condividono le loro idee sull'amore in una notte d'estate. La donna (Sophie Semin) e l'uomo (Reda Kateb) parlano di sesso, infanzia, ricordi e di cosa distingue maschi e femmine. Uno scrittore immagina il loro dialogo e inizia a scrivere –
“Une Vie” del francese Stephane Brizé (nella foto) è tratto dal romanzo omonimo di Maupassant. Siamo in Normandia nel 1819. Quando torna a casa dopo il convento, Jeanne Le Perthuis des Vauds (Judith Chemla) è una giovane donna, troppo ingenua per capire la vita. Così sposa di slancio Julien Delamare (Jean-Pierre Darroussin), visconte locale che si rivela uomo avaro e infedele. A poco a poco le illusioni di Jeanne svaniranno e la donna si troverà costretta a crescere –
“Frantz”, del francese Francois Ozon, è una storia d'amore in una cittadina tedesca subito dopo la Grande Guerra (nella foto, la locandina). Anna si reca tutti i giorni sulla tomba del suo fidanzato, caduto al fronte in Francia. Un giorno, però, giunge un ragazzo francese che porta fiori sulla stessa tomba –