Tumori cerebrali nei bambini: mini cervelli “italiani” offrono nuovo modello di studio

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Un team coordinato dall’Università di Trento è riuscito per la prima volta a fare ammalare degli organoidi di cervello ottenuti da cellule sane per studiare il medulloblastoma, il tumore più diffuso a livello pediatrico 

Lo studio dei tumori cerebrali nei bambini potrebbe compiere un importante passo avanti grazie ai risultati ottenuti da una collaborazione tutta italiana, in grado di mettere a punto dei mini cervelli che sono stati fatti ammalare per poter osservare da vicino i meccanismi genetici del tumore che colpisce il sistema nervoso centrale. Gli organoidi, descritti nel dettaglio sulla rivista Nature Communications, sono stati creati a centinaia nei laboratori dell’Università di Trento, che ha coordinato un lavoro a cui hanno collaborato anche Sapienza Università, l’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e Irccs Neuromed.

Bambini, un nuovo modello per lo studio dei tumori al cervello

Il nuovo modello per lo studio dei tumori cerebrali pediatrici può potenzialmente aprire nuovi orizzonti di ricerca, poiché la capacità di produrre i mini cervelli in ampie quantità aumenterebbe le possibilità di screening e di conseguenza quelle di produrre nuovi farmaci. Il risultato ottenuto dai ricercatori è particolarmente rilevante poiché, come precisato da Luca Tiberi dell’Università di Trento, lo sviluppo di organoidi per lo studio di tumori al cervello “è molto difficile, richiede specifiche capacità scientifiche e tecniche che il dipartimento Cibio è riuscito ad attrarre e a sviluppare nei propri laboratori”. La sfida principale è stata quella di ottenere un organoide del medulloblastoma, il tumore più diffuso a livello pediatrico, le cui cellule non sono in grado di sopravvivere in vitro.

Organoidi di cervello si ammalano di medulloblastoma

Per aggirare questo scoglio, i ricercatori guidati da Tiberi sono quindi partiti da cellule non tumorali, prelevate dalla pelle o dal sangue di donatori sani. Sfruttando i quattro fattori di crescita del Premio Nobel Yamanaka, il team italiano ha fatto retrocedere queste cellule “allo stato di staminali pluripotenti indotte”, per poi farle diventare organoidi di cervello che “si presentano come sfere irregolari, simili a piccole noccioline”, aggiunge Tiberi. Una volta raggiunto questo stadio, gli organoidi hanno confermato “la capacita di ammalarsi e mostrare caratteristiche simili a quelle dei tumori dei piccoli pazienti”, un traguardo centrato per la prima volta in assoluto inserendo nel Dna delle cellule due geni responsabili del tumore e che ha permesso di ottenere il primo modello per studiare il medulloblastoma. Tra le neoplasie infantili, il cancro al cervello è quello che causa più morti tra i bambini, che anche in caso di guarigione possono presentare effetti collaterali a lungo termine. Producendo questi mini organoidi in abbondanza e a basso costo, gli scienziati favoriranno la ricerca e lo sviluppo di nuove armi contro i tumori cerebrali pediatrici.

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