Seppie con occhiali 3D, ecco come guardano il mondo

Scienze
Una seppia che indossa gli occhiali per la visione in 3D (Università del Minnesota)

Il peculiare esperimento, condotto dai ricercatori dell’Università del Minnesota, ha permesso di stabilire che questi invertebrati usano la vista binoculare per valutare quanto sono distanti le loro prede 

Come fanno le seppie a valutare la profondità e a calcolare la distanza dalle loro prede? Per trovare una risposta a questa domanda, i ricercatori dell’Università del Minnesota hanno condotto un curioso esperimento, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Science Advances. Dopo aver applicato delicatamente degli occhialini per la visione in 3D a 14 esemplari di seppia comune, impresa tutt’altro che facile, gli studiosi hanno proiettato delle immagini davanti al vetro trasparente della loro vasca, raffiguranti due gamberetti di colori diversi che potevano essere percepiti come vicini oppure come lontani. Quando le prede in 3D sembravano distanti, i molluschi tendevano ad avvicinarsi a loro, mentre nei momenti in cui sembravano a portata di tentacolo provavano ad afferrarle.

La vista binoculare

“Studiando la reazione dei tentacoli abbiamo scoperto che le seppie usano la vista binoculare durante la caccia”, spiega il ricercatore Trevor Wardill. Proprio come gli esseri umani, anche questi molluschi sfruttano la distanza tra i loro occhi per valutare quanto è lontano ciò che osservano. Si tratta di una capacità tutt’altro che comune tra gli invertebrati. “Quando proiettavamo immagini visibili da un occhio solo, l’animale impiegava una quantità di tempo maggiore per posizionarsi correttamente rispetto alla prede”, chiarisce Wardwil. “Quando invece poteva osservare il gamberetto con entrambi gli occhi, la seppia risultava più veloce nel prendere decisioni per attaccare. La possibilità di usare la vista binoculare le offre un notevole vantaggio quando deve procacciarsi il pasto”, prosegue il ricercatore.

Il cervello delle seppie

Paloma Gonzalez-Bellido, una delle autrici dello studio, chiarisce che, sebbene le seppie abbiano occhi simili a quelli dell’uomo, il loro cervello è molto diverso. L’encefalo di questi invertebrati, infatti, non è segmentato e non presenta una regione dedicata a processare gli input visivi (come il lobo occipitale). “La nostra ricerca dimostra che nel cervello delle seppie deve essere presente un’area che confronta le immagini dell’occhio destro con quelle del sinistro per valutare le loro differenze”, conclude la ricercatrice. 

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