Riscaldamento globale modifica dimensioni di insetti, ragni, crostacei
AmbienteLe dimensioni degli invertebrati saranno molto diverse a seconda che si trovino in città o in aree naturali. Nelle aree urbane, ad esempio, ci sono specie in media del 10% più grandi nelle farfalle diurne e del 20% nelle falene notturne
Il riscaldamento globale e il grado di urbanizzazione incide sulla grandezza di invertebrati come insetti, ragni e crostacei. È quanto emerge da uno studio internazionale pubblicato su Science, al quale hanno partecipato l'Istituto per lo studio degli ecosistemi del Cnr e il dipartimento di Scienze della vita e Biologia dell'Università di Torino. Secondo la ricerca, all’aumentare della temperatura questi animali tendono a "rimpicciolirsi" mentre, se si trovano in città (sebbene le temperature urbane normalmente siano più alte), si riscontra una maggiore presenza di specie di dimensioni più grandi.
Dimensione corporea degli invertebrati collegata all’ecosistema
Per giungere a queste conclusioni la ricerca, che è stata svolta in Belgio e finanziata dal suo governo , ha preso in considerazione dieci gruppi di invertebrati in habitat terrestri e acquatici. Insetti, ragni e crostacei sono stati monitorati in ambienti con temperature diverse a seconda del livello di urbanizzazione, ossia più caldi in città, a temperature intermedie in habitat agricoli, e meno caldi in habitat naturali. "I risultati - spiega Elena Piano dell’Università di Torino - mostrano che in generale le comunità animali sono costituite da specie progressivamente sempre più piccole all’aumentare della temperatura". Secondo la ricercatrice, una temperatura ambientale più elevata "aumenta i tassi metabolici e le specie più piccole si riscaldano prima di quelle più grandi, raggiungendo le temperature corporee adatte alle loro attività". Motivo per il quale soprattutto negli animali invertebrati, la dimensione corporea è direttamente collegata all’ecosistema circostante.
Effetto anche sugli animali a sangue caldo
Nello studio i ricercatori hanno registrato diminuzioni di dimensioni che vanno dal 15% dei crostacei ostracodi al 20% dei coleotteri e dei ragni erranti, fino al 45% dei crostacei cladoceri. La ricerca, oltre a mettere in evidenza questo effetto, sottolinea che indirettamente il riscaldamento globale provoca delle conseguenze anche negli animali a sangue caldo come mammiferi e uccelli. Secondo i ricercatori, infatti, queste categorie, potenzialmente non influenzate da temperature superiori di pochi gradi, "subiscono gli effetti che il riscaldamento provoca sull'ambiente e sull'ecosistema, a causa della perdita di prede".
Sulle dimensioni incide anche l’urbanizzazione
Lo studio dimostra anche che le dimensioni degli invertebrati sono molto diverse a seconda che si trovino in città o in aree naturali. "Gli ambienti urbani - spiega Diego Fontaneto, ricercatore Cnr - sono caratterizzati, oltre che da temperature maggiori rispetto alle aree naturali limitrofe, anche da un'elevata frammentazione degli habitat disponibili, con piccole aree naturali separate da vaste aree completamente antropizzate". Questo elemento, secondo il ricercatore, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare aumenta "la frequenza delle specie di dimensioni maggiori". Dallo studio emerge infatti che in città si trovano specie in media del 10% più grandi nelle farfalle diurne e del 20% nelle falene notturne, nelle cavallette e nei grilli. In questi contesti quindi, conclude Fontaneto, "sopravvivono specie di dimensioni maggiori malgrado l'aumento di temperatura".