Grafene, le sue future applicazioni in ambito aerospaziale

Scienze
Telescopio Nasa (Getty Images)
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Marco Molina ne ha parlato in una conferenza organizzata al Museo della scienza e della tecnologia di Milano: si potranno realizzare vele solari e cavi per sollevare oggetti dalla Terra

Nel futuro verranno probabilmente realizzate vele solari per viaggiare fra le stelle, ascensori spaziali per condurre in orbita satelliti e astronauti senza l’utilizzo del carburante, ma anche aerei e elicotteri ultra leggeri, super resistenti e invisibili ai radar.
La chiave per lo sviluppo di tutte queste innovazioni tecnologiche è il grafene, il ‘materiale delle meraviglie’. Marco Molina, responsabile ricerca e sviluppo spazio di Leonardo, ha presentato tutte le possibili future applicazioni della materia in ambito aerospaziale in occasione della conferenza 'Graphene: revolution is coming to Earth... and space', organizzata nel Museo della scienza e della tecnologia 'Leonardo da Vinci' a Milano.
Il grafene è una sostanza sottile e ultra resistente scoperta nel 2004 da Andre Geim e Kostya Novoselov, professori dell’Università di Manchester (Nobel per la fisica nel 2010).
È costituito da un singolo strato di atomi di carbonio legati in un pattern a esagono.
Le sue caratteriste lo rendono un ottimo candidato per diverse applicazioni nell'aerospazio così come in aeronautica: è un milione di volte più sottile della carta ed è 100-300 volte più resistente dell’acciaio.

Cavi in grafene per sollevare oggetti

Tra le future innovazioni tecnologiche realizzabili grazie al grafene, Molina dedica ampio spazio allo sviluppo di vele solari leggerissime e ultra resistenti che permetterebbero all’uomo di esplorare diversi sistemi stellari.
"Potremo produrre vele grandi chilometri quadrati che peseranno solo pochi etti e che potranno essere dispiegate in sicurezza mantenendo la loro integrità”, spiega Molina.
Il materiale potrà essere funzionale anche alla realizzazione di un cavo super resistente per dei futuri ascensori spaziali che sostituiranno i razzi.
Collegando la fune in grafene a un satellite in orbita geostazionaria sarà infatti possibile “sollevare da Terra delle piattaforme che arriveranno in orbita senza usare un grammo di combustibile, per portare astronauti, pezzi di stazioni spaziali, satelliti, telescopi ed esperimenti fino a 36.000 chilometri di altezza”. 

Test e applicazioni del grafene

Nel 2017 gli ingegneri di Leonardo, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e le Università di Cambridge e Bruxelles, hanno testato per la prima volta in ambito spaziale l’utilizzo del grafene in microgravità per sviluppare dei sistemi di raffreddamento per i satelliti. In aggiunta, il materiale sta già ottenendo riscontri positivi in campo aeronautico. Gli esperti sono al lavoro per realizzare degli aerei ed elicotteri super leggeri e resistenti. Il grafene, grazie alla sua elevata conducibilità elettrica, verrà impiegato non solo per creare dei sistemi antighiaccio integrati nelle ali, ma anche per produrre vernici che riducano l’impronta del radar. “Abbiamo grandi aspettative per il futuro: quello che stiamo cercando di fare oggi è rendere utilizzabile il grafene nelle applicazioni industriali”, spiega Giovanni Soccodato, direttore strategie e innovazione di Leonardo.

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