Cheops ha catturato la sua prima immagine astronomica: una stella simile a un diamante

Scienze
Stella Hd 70843 (Esa/Airbus/Cheops Mission Consortium)

Si chiama Hd 70843 ed è distante 150 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Cancro. Lo scatto appare sfocato, ma non è un errore. La spiegazione degli esperti 

Lanciato in orbita il 18 dicembre scorso, dalla base di Kourou in Guyana Francese, a bordo del razzo Soyuz, il satellite Cheops (CHaracterising ExOPlanets Satellite) dell’Agenzia Spaziale Europea ha catturato la sua prima immagine astronomica. Si chiama Hd 70843 ed è una stella, simile per aspetto a un diamante, distante 150 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Cancro.
Lo scatto appare sfocato, ma non è un errore: la foto è volutamente “defocused”, come l’hanno definita gli astronomi del “misura pianeti” dell’Esa.

Perché la foto è sfocata?

Cheops non è in orbita per scattare fotografie di alta qualità di stelle e corpi celesti, ma per studiare i pianeti extrasolari, calcolandone nel dettaglio il diametro. Per farlo il satellite rileva con estrema precisione le variazioni della luminosità della stella madre davanti al quale l’esopianeta di turno transita. Solo studiando le variazioni della luce è possibile stabilire la grandezza dell’oggetto dell’osservazione.
"Non si tratta di un errore: la stella, denominata Hd 70843, è volutamente sfocata per migliorare la precisione della misura della quantità di luce emessa", ha spiegato l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), impegnato nel progetto per l'Italia insieme all'Università di Padova e al mondo dell'industria.

È un’immagine "meravigliosamente sfocata"

“Ora che Cheops ha osservato il suo primo obiettivo”, ha spiegato Kate Isaak, project scientist Esa di Cheops, “siamo più vicini all’inizio della missione scientifica. Questa immagine meravigliosamente sfocata porta la promessa di una nuova, più profonda comprensione dei mondi al di là del Sistema solare”.
“Per noi è un’immagine spettacolare”, ha commentato Isabella Pagano, direttrice dell’Inaf di Catania e responsabile in Italia per Cheops. “I primi risultati sono veramente eccezionali, e ci dicono che lo strumento sta funzionando al top, come meglio non potevamo sperare”.
La missione Cheops, se tutto andrà come previsto, durerà tre e mezzo. Nel corso delle osservazioni il “misura pianeti” studierà oltre 7mila stelle. Il lavoro del satellite sarà fondamentale per studiare la densità e la struttura interna degli esopianeti, riuscendo a stabilire se possano vantare condizioni tali da poter ospitare la vita.

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