La cometa esterna al Sistema Solare rivela scia di gas tossico. FOTO

Scienze
L'ultima immagine della cometa 2I/Borisov (Gemini observatory/Nsf/Aura)

Il secondo ‘intruso’ dopo Oumuamua chiamato 2I/Borisov possiede nella chioma una particolare forma di cianuro, piuttosto comune nelle comete. Secondo gli astronomi l’oggetto si sarebbe formato in un ambiente simile al Sistema Solare 

Gli astronomi continuano a monitorare il secondo intruso del Sistema Solare dopo Oumamua alla ricerca di informazioni. Le ultime immagini catturate della cometa 2I/Borisov, scoperta a fine agosto, rivelano la presenza di gas nella chioma, un ulteriore indizio riguardante la provenienza dell’oggetto celeste. La sostanza rilevata dagli scienziati si chiama cianogeno ed è una particolare forma di cianuro, come descritto in un recente studio guidato da Alan Fitzsimmons della Queen’s University di Belfast e consultabile su ArXiv, dove compaiono i lavori ancora al vaglio della comunità scientifica.

La cometa 2I/Borisov simile a quelle del Sistema Solare

La scoperta effettuata dagli astronomi è particolarmente rilevante poiché per la prima volta in assoluto gli scienziati hanno individuato e analizzato il gas presente su un oggetto interstellare simile a 2I/Borisov. Tutto ciò è stato possibile grazie al telescopio William Herschel situato alle isole Canarie, che nella mattina del 20 settembre è stato puntato verso la cometa per ottenerne uno spettrogramma. Dopo un primo tentativo fallito per via dell’eccessiva luminosità del cielo, l’analisi ha rivelato la presenza di atomi di carbonio e azoto legati insieme per formare una sostanza nota come cianogeno, una molecola tossica all’inalazione per l’uomo ma piuttosto comune negli oggetti cosmici di questo tipo. Alla scoperta ha partecipato anche Marco Micheli del Neo Coordination Centre dell’Esa, che ha spiegato come i risultati ottenuti evidenzino che, al dispetto della provenienza esterna al Sistema Solare, 2I/Borisov “ha una composizione simile alle nostre comete e quindi si è probabilmente formato con lo stesso meccanismo fisico, e in un ambiente simile”.

Non solo il cianogeno sulla cometa extrasolare

Il cianogeno è tuttavia soltanto una delle sostanze presenti sulla cometa extrasolare. Le altre possono essere però più difficili da individuare rispetto alla molecola tossica per via di diversi fattori. Come spiegato da Micheli all’Inaf queste componenti “potranno forse essere individuate in futuro, osservando con telescopi più grandi e/o quando la cometa sarà più brillante e attiva, nei prossimi mesi”. Secondo i calcoli degli astronomi 2I/Borisov dovrebbe infatti toccare la distanza minima dal Sole il 7 dicembre, per poi raggiungere la massima luminosità tra dicembre e gennaio, prima di invertire la propria rotta e cominciare il viaggio di ritorno per lasciare il Sistema Solare.

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