Un team di ricercatori ha combinato i dati della missione Gaia dell’Esa con quelli di telescopi spaziali e terrestri: così è stato possibile ricostruire le distanze tra le stelle situate al centro della Via Lattea
Per la prima volta, gli astronomi hanno potuto osservare una ricostruzione 3D della barra centrale della Via Lattea, una struttura situata al cuore della galassia formata da stelle e gas in grandissima quantità. Il risultato, descritto sulla rivista Astronomy & Astrophysics, è stato raggiunto da un team dell’Università di Barcellona guidato da Friedrich Anders, che ha combinato i dati provenienti dalla missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) con quelli ricavati da altri telescopi, spaziali e terrestri. La mappatura ottenuta rappresenta per gli scienziati un prezioso tassello per ricostruire passo per passo la storia evolutiva della Via Lattea.
L'obiettivo di Gaia: mappa 3D della Via Lattea
Come si legge sul portale dedicato dell’Esa, la missione Gaia si pone l’ambizioso obiettivo di costruire “una mappa tridimensionale della Via Lattea, in un processo atto a rivelare la composizione, la formazione e l’evoluzione della nostra galassia”. Il secondo rilascio del satellite Esa nel 2018 aveva già “rivoluzionato molti campi dell’astronomia”, svelando luminosità, posizioni, indicatori di distanze e movimenti per oltre un miliardo di stelle in tutta la galassia. Friedrich spiega che gli astronomi erano già a conoscenza del fatto che “la Via Lattea ha una barra centrale, come le altre galassie a spirale, ma finora ne abbiamo avuto solo indicazioni indirette dai movimenti di stelle e gas”. Utilizzando proprio i dati dell’ultimo rilascio di Gaia e abbinandoli a quelli ottenuti dei telescopi, i ricercatori hanno ora potuto misurare più precisamente la distanza tra le stelle, ricostruendo così la barra centrale della Via Lattea in 3D.
Ricostruire formazione e evoluzione della galassia
La barra della Via Lattea è costituita da grandi quantità di stelle e gas che ruotano rigidamente attorno al centro della galassia. Il lavoro dei ricercatori offre una sorta di anteprima di ciò che il futuro rilascio di Gaia, fissato per il 2021, consentirà di osservare. Cristina Chiappini del Leibniz Institute for Astrophysics, parte del team di ricerca, spiega infatti che “non è ancora chiaro come la barra si sia formata, ma con i dati di Gaia e di altre ricerche che giungeranno nei prossimi anni siamo sulla strada giusta per scoprirlo”. Nel frattempo, gli astronomi possono gustare un assaggio di ciò che accadrà in futuro, grazie a informazioni ancora più precise sulla regione situata al centro della Via Lattea. Si tratta di un passaggio fondamentale per ricostruire la formazione e l’evoluzione della galassia, per il quale, spiega Chiappini, “dobbiamo capire la storia di ogni suo singolo componente”.