Spazio, in un catalogo le più potenti esplosioni e collisioni stellari

Scienze
Foto di archivio (Getty Images)

La raccolta si compone di 186 potentissimi eventi dai quali sono stati emessi dei lampi gamma, registrati nell’arco di dieci anni dal telescopio satellitare ‘Fermi’ della Nasa, alla cui realizzazione ha contribuito anche l‘Italia 

È stato pubblicato sull’Astrophysical Journal il catalogo dei fenomeni più violenti dell’universo, che raccoglie 186 esplosioni e collisioni stellari che hanno emesso lampi gamma di alta energia, registrati nell’arco di dieci anni dal telescopio satellitare ‘Fermi’ della Nasa. Il progetto è frutto del lavoro congiunto di 120 ricercatori, coordinati dall’italiana Elisabetta Bissaldi, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e del Politecnico di Bari, da Magnus Axelsson, dell’Università svedese di Stoccolma, e da Nicola Omodei e Giacomo Vianello, dell’Università americana di Stanford. Fondamentale per la rilevazione dei lampi gamma è stato lo strumento Large Area Telescope (Lat), progettato e realizzato con un contributo decisivo dell’Italia, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l'Infn.

Come nascono i lampi gamma

La maggior parte dei lampi gamma, abbreviati Grb (Gamma Ray Burst), nasce quando alcuni tipi di stelle con massa decine di volte quella del Sole esauriscono il loro combustibile e collassano generando buchi neri. Altri, invece, hanno origine dalla collisione di due stelle di neutroni, oggetti densissimi residuo di precedenti esplosioni stellari. In entrambi i casi, vengono a formarsi getti di particelle a velocità prossime a quelle della luce che, interagendo tra loro o con l’ambiente circostante, danno vita ai raggi gamma catturati dal telescopio Fermi. “Con il catalogo si è aperto un nuovo spazio di scoperta per questi eventi estremi, che ci raccontano gli stadi finali dell’evoluzione stellare”, ha spiegato l’astrofisica Patrizia Caraveo, responsabile per l’Inaf dello strumento Lat di Fermi.

Comprendere i meccanismi fisici di questi eventi

“Ogni Gamma Ray Burst è in qualche modo unico”, ha dichiarato invece Elisabetta Bissaldi, tra i coordinatori del progetto. “È solo quando siamo in grado di studiarne tanti, come abbiamo fatto in questo catalogo, che iniziamo a comprenderne le caratteristiche comuni,” ha aggiunto la ricercatrice, che ha poi ricordato come il precedente catalogo pubblicato nel 2013, comprendesse solo 35 Grb. Ora, grazie al miglioramento delle tecniche di analisi dati, gli studiosi hanno a disposizione un numero di fenomeni cinque volte maggiore, che permetterà loro di approfondire la conoscenza dei meccanismi fisici che si celano dietro a questi potenti eventi cosmici.

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