Meteo spaziale, al lavoro in Antartide il nuovo radar italiano

Scienze
Antartide (Getty Images)
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Dome C North rientra nell’ambito della trentacinquesima campagna antartica promossa dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide e lavorerà a fianco di Dome C East, il suo fratello ‘gemello’ 

In Antartide e precisamente al Polo Sud presso la base di ricerca italo-francese Concordia è stato installato un nuovo radar italiano.
Il suo compito prevede lo studio del meteo spaziale e della ionosfera, l’area dell’atmosfera terrestre tra i 90 e i 200 km caratterizzata da un’elevata concentrazione di ioni.
Il radar, dal nome Dome C North (Dcn), rientra nell’ambito della trentacinquesima campagna antartica promossa dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra) e lavorerà affiancato a Dome C East (Dce), il suo fratello ‘gemello’ installato nella stessa base di ricerca nel 2013.

Due radar ‘gemelli’

Dcn rientra nel progetto interazione SuperDARN (Super Dual Auroral Radar Network), atto alla creazione di radar ad alta frequenza, guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dal Dipartimento di scienze del sistema Terra e tecnologie per l’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Dta).
Tra le funzioni la nuova tecnologia indagherà tutti quei fenomeni che si verificano a seguito dell’interazione tra il vento solare e il campo magnetico della Terra.
“I radar si trovano in una posizione strategica per l’osservazione dei fenomeni legati all’interazione del vento solare con la ionosfera e la magnetosfera terrestri”, spiega Maria Federica Marcucci, ricercatrice dell’Inaf e responsabile dei due strumenti. Dome C North, inoltre, “va a completare la copertura nell’emisfero Sud della rete internazionale SuperDARN”.

Radar ad alta frequenza con 24 antenne collegate a 24 torri

Dome C North e il fratello Dome C East comprendono 24 antenne a loro volta associate ad altrettante 24 torri. Entrambi sono installati a una distanza di due chilometri dalla base di ricerca Concordia e sono le tecnologie più avanzate e articolate presenti in essa.
“Si tratta dei radar ad alta frequenza posizionati alle più alte latitudini e altitudini sul livello del mare. Osservano di continuo una porzione della ionosfera polare dell’emisfero Sud di circa 10 milioni di chilometri quadrati”, spiegano i professionisti italiani che hanno contribuito alla loro progettazione e installazione, operando a temperature artiche, che hanno raggiunto anche i 50 gradi sotto lo zero.

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