Prima donna italiana a dirigere un osservatorio astronomico (quello di Trieste), iniziò a muovere i primi passi da astrofisica dopo la Seconda Guerra Mondiale, in anni in cui le donne non si occupavano di scienza. Dall'amore per la divulgazione, alla difesa dei diritti civili e un matrimonio durato 69 anni
- Una donna che ha segnato la storia della scienza e della nostra cultura. Astrofisica, divulgatrice scientifica e attivista, nata a Firenze il 12 giugno 1922, Margherita Hack è diventata scienziata in un'epoca in cui per le donne era quasi impossibile, sapendo coniugare nel corso della sua vita un'incredibile carriera scientifica e la passione per la divulgazione
- Figlia di una miniaturista alla Galleria degli Uffizi di Firenze e di un contabile licenziato nel 1927 per motivi politici, Hack conseguì il diploma di maturità classica nel 1940 e si laureò in Fisica nel 1945 con 110/110, appena finita la Seconda guerra mondiale
- Atea convinta, l'astrofisica e "amica delle stelle" come si era definita lei stessa in una sorta di autobiografia pubblicata nel 1998, si è spenta il 29 giugno 2013 a Trieste. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia (quello di Trieste), era anche membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Unione Internazionale Astronomia e della Royal Astronomical Society. Grazie alle sue pubblicazioni ha dato un considerevole contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle
- Dopo aver ottenuto alcune collaborazioni in Italia e incarichi in università straniere, tra cui Berkeley, Princeton, Parigi, Utrecht e Ankara, a 42 anni aveva ottenuto la cattedra di astronomia nell'Istituto di Fisica Teorica all'Università di Trieste, assieme all'incarico all'Osservatorio. Ha proseguito numerose collaborazioni internazionali, che l'hanno portata ad offrire un contributo fondamentale allo studio dell'evoluzione delle stelle e in particolare della loro atmosfera
- Hack era una convinta sostenitrice dell'importanza della dilvulgazione. "Si dovrebbe insegnare la scienza fin dalle elementari", diceva. Nel 1978 fondò la rivista L'Astronomia e nel corso della sua carriera scrisse decine di libri divulgativi. Grazie alla sua popolarità ha saputo avvicinare la scienza al grande pubblico grazie alla sua partecipazione in rassegne e festival, in teatri e auditorium, e in tv
- Il suo impegno ha lasciato un segno indelebile anche in campo politico e sociale: celebri le sue battaglie per la laicità dello Stato e gli scontri con il Vaticano per le sue nette prese di posizione: "L'Italia è uno Stato laico e quindi non dovrebbe esserci nessun simbolo delle varie religioni negli edifici pubblici", sosteneva
- Hack ha inoltre sempre combattuto contro la discriminazione delle donne e per i diritti LGBT, essendo favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Non ha mai nascosto le sue idee politiche, che nel 2009 hanno trovato spazio in una parentesi politica tra le fila del Partito dei Comunisti Italiani. Si è sempre detta favorevole all'eutanasia
- Nel 1963 si trasferì a Trieste dove viveva nel quartiere di Roiano. Hack è stata sposata per 69 anni con il letterato Aldo De Rosa, morto un anno dopo la scomparsa di lei, a 94 anni. I due non hanno avuto figli. "Il nostro è sempre stato un rapporto più fraterno che maritale. Mi ha colpito fin da quando l’ho incontrata da bambino: era energica, si arrampicava sugli alberi meglio di me, giocava a palla e non si arrendeva mai. Mi piaceva la forza che riusciva a esprimere", disse nel 2006 a Vanity Fair
- Non solo scienza: da giovane Hack era stata campionessa universitaria di salto in alto e in lungo ed era vegetariana, animalista e amante di cani e gatti. In un'intervista a Il Corriere della Sera nel 2012, spiegò: "Non mangio carne perché amo gli animali e li rispetto. Ma ci sono anche ragioni scientifiche: non posso pensare di mangiare carne di animali provenienti da allevamenti intensivi. Sono rimpinzati di antibiotici e vivono in maniera innaturale"