Musk vs Bezos, una gara a due nel mondo dei satelliti

SpaceX è la creatura imprenditoriale di Elon Musk che, finora, nel settore privato, ha avuto il monopolio dei lanci in orbita. Blue Origin è invece l’azienda aerospaziale fondata da Jeff Bezos per operare nello stesso campo. Sullo sfondo c’è la competizione per la realizzazione e la gestione delle costellazioni di satelliti in grado di portare Internet ovunque sulla Terra, dall’Everest ai luoghi più remoti degli oceani. Starlink si chiama quella di Musk. Kuiper, invece, la galassia di Bezos. Nella corsa SpaceX per il momento è in vantaggio e già oggi rappresenta per la Nasa una risorsa imprescindibile per trasferire uomini e attrezzature sulla Stazione Spaziale Internazionale. Blue Origin insegue, certo, ma non si può dire che difetti di ambizione: il suo razzo, battezzato New Glenn in onore del primo astronauta americano a volare in orbita nel 1962, è stato pensato per superare in grandezza il concorrente ed essere perciò in grado di portare in orbita un carico maggiore, fino a 45 tonnellate. Le dimensioni contano, dicevamo. Specialmente se il rivale ti sta tutt’altro che simpatico. Tutti alla corte di Trump Anche nella scaltrezza politica dimostrata con il suo appoggio incondizionato e fin dall’inizio della campagna elettorale a Trump, di cui è stato il principale sostenitore e del quale si appresta a essere uno dei più influenti collaboratori durante la presidenza vera e propria. Le dimensioni contano, specialmente quando hai da dimostrare qualcosa a un rivale. E se c’è un ambito che, anche simbolicamente, rappresenta la competizione fra i due uomini più ricchi del mondo, quest’ambito oggi è lo spazio. Una gara a due nel mondo dei satelliti SpaceX è la creatura imprenditoriale di Elon Musk che, finora, nel settore privato, ha avuto il monopolio dei lanci in orbita. Blue Origin è invece l’azienda aerospaziale fondata da Jeff Bezos per operare nello stesso campo. Sullo sfondo c’è la competizione per la realizzazione e la gestione delle costellazioni di satelliti in grado di portare Internet ovunque sulla Terra, dall’Everest ai luoghi più remoti degli oceani. Starlink si chiama quella di Musk. Kuiper, invece, la galassia di Bezos. Nella corsa SpaceX per il momento è in vantaggio di almeno un paio d’anni e già oggi rappresenta per la Nasa una risorsa imprescindibile per trasferire uomini e attrezzature sulla Stazione Spaziale Internazionale. Blue Origin insegue, certo, ma non si può dire che difetti di ambizione: il suo razzo, battezzato New Glenn in onore del primo astronauta americano a volare in orbita nel 1962, è stato pensato per superare in grandezza il concorrente ed essere perciò in grado di portare in orbita un carico maggiore, fino a 45 tonnellate. Le dimensioni contano, dicevamo. Specialmente se il rivale ti sta tutt’altro che simpatico. Il sorpasso della classifica dei più ricchi Nell’ottobre del 2021 Elon Musk pubblicò sul social X, che allora si chiamava ancora Twitter e non era di sua proprietà, un emoji raffigurante una medaglia d’argento. Il secondo posto, ovviamente, e lo capirono tutti, era per Jeff Bezos, che era stato appena superato nella classifica degli uomini più ricchi del mondo. La classifica oggi, ormai stabilmente, vede in testa il proprietario di Tesla: grosso modo 416 miliardi di patrimonio contro 236 ai dati degli inizi di questo 2025. Da allora Musk resta un passo avanti. In tutto. Tutti alla corte di Trump Anche nella scaltrezza politica dimostrata con il suo appoggio incondizionato e fin dall’inizio a Trump, di cui è stato il principale sostenitore durante la campagna elettorale e del quale si appresta a essere uno dei più influenti collaboratori durante la presidenza vera e propria. A fine novembre, a elezioni già avvenute dunque, Elon Musk aveva mandato al suo rivale di sempre, e sempre su X , un siluro: «Ho saputo che Jeff Bezos diceva a tutti che Trump avrebbe perso e che quindi tutti avrebbero fatto bene a vendere le azioni di Tesla e SpaceX», aveva scritto in un post con tanto di faccina che trattiene una risata. Il fondatore di Amazon si era visto costretto a smentire pubblicamente: «Non è vero al 100%». Sarà anche per questo che Jeff Bezos nel corso delle ultime settimane si è affrettato a mostrarsi allineato su posizioni decisamente filo-trumpiane. Dopo essere stato in passato un fiero avversario del prossimo presidente, come testimoniano gli articoli pubblicati fino agli inizi della campagna presidenziale dal giornale di cui Bezos è proprietario, il Washington Post. Il record delle donazioni Un nuovo corso che lo stesso giornale ha plasticamente rivelato con la scelta, di cui si è molto discusso, di non pubblicare una vignetta che ritraeva gli oligarchi del web e del potere digitale inginocchiati ai piedi del presidente eletto , scelta che ha poi portato alle dimissioni dell’autrice del disegno. La vicenda della vignetta racconta che gli screzi del passato sono ormai archiviati. E lo stesso dimostrano, del resto, i 200 milioni di dollari raccolti dal comitato che sta organizzando l’inaugurazione della nuova presidenza il prossimo 20 gennaio. Si tratta di un record storico assoluto a cui, con un milione ciascuno, hanno contribuito anche Amazon, Meta e Open AI. Business e politica sempre più vicini Nella sua più recente intervista Jeff Bezos si dice sicuro che Musk non userà i suoi stretti legami con Trump per indebolire il concorrente nel business dello spazio. «Elon è stato molto chiaro nell’affermare che sta agendo per l’interesse pubblico e non per il suo tornaconto personale», dice il fondatore di Amazon. «E lo prendo per oro colato», conclude. E così, mentre gli studiosi di liberalismo si interrogano sulle conseguenze possibili di questa progressiva sovrapposizione di interessi politici e di business che è sotto gli occhi di tutti, la competizione in un settore determinante per il futuro prossimo dell’umanità come quello del controllo delle comunicazioni via spazio continua. Ma a sorridere, almeno per il momento, è sempre Musk: per un problema tecnico il primo test in volo del razzo spaziale di Jeff Bezos è stato appena rinviato a data da destinarsi.

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