Le polveri del Sahara tornano in Italia: cosa sono e i rischi per chi le respira

Scienze

Introduzione

La polvere del Sahara fa nuovamente la sua comparsa in Italia: l'anticiclone africano, accompagnato da temperature elevate, sta causando un nuovo afflusso di sabbia desertica, simile a quello avvenuto l'8-9 giugno e il 13-14 giugno, che aveva colorato i cieli di giallo e lasciato residui di polvere rossa sulle automobili La nuova ondata raggiungerà l'Europa sudorientale e il Mediterraneo orientale e "rischia di avere effetti negativi sulla qualità dell'aria e sulla salute di milioni di cittadini", come affermato dala società italiana di medicina ambientale (Sima), commentando la notizia diffusa dal servizio meteo della Ue, Copernicus

Quello che devi sapere

Sabbie in arrivo almeno fino a venerdì 21 giugno

Fino a venerdì 21 giugno masse d'aria molto calda di origine desertica raggiungeranno l'Italia sospinte da intensi venti meridionali alle medie quote troposferiche (tra i 3.000 e i 5.000 metri). Questo flusso, innescato dalla presenza di un profondo vortice depressionario sulla penisola iberica, trasporterà verso l'Italia e l'Europa centro-orientale ingenti quantitativi di polveri sahariane dando luogo a un'intrusione di proporzioni anomale

Oggi l'episodio più intenso

L'episodio previsto in questi giorni sarà molto intenso, e oggi giovedì 20 potrebbe essere il giorno di massima intensità, sia in quota che al suolo. A partire dal 21 i valori tendono a diminuire, sebbene restino su ancora piuttosto elevati"

Il Lamma: "Fenomeno inusuale"

"L'estensione del fenomeno e le concentrazioni di polveri previste dai modelli di dispersione sono da ritenersi, infatti, inusuali", ha spiegato il Lamma, il laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale che riunisce Regione Toscana e Cnr. Poi tra venerdì e sabato "il vortice sulla Spagna si sposterà sulla Francia per poi portarsi sull'Europa orientale; il transito della perturbazione favorirà la rotazione dei venti ai quadranti occidentali mettendo fine all'intrusione di polveri desertiche sull'Italia"

Perché è più corretto parlare di polvere e non di sabbia

Sempre il Lamma ha precisato che è "più corretto parlare di 'polveri' e non di sabbia. Quest'ultima è infatti troppo pesante e grossolana per essere trasportata fino alle medie quote troposferiche dai moti verticali e dai venti. Le particelle più minute, al contrario, se inserite in un flusso abbastanza intenso riescono a vincere la forza di gravità e possono percorrere migliaia di chilometri prima di depositarsi"

Cosa contengono le polveri sahariane

Le polveri sahariane, spiega il Lamma, "sono ricche di micronutrienti indispensabili sia per le piante (fosforo) che per gli organismi fotosintetici marini (ferro) e i mesi in cui si ha "la maggior frequenza di intrusioni sahariane sul centro-nord Italia e la regione alpina sono maggio, giugno e ottobre". Possono però contenere anche metalli pesanti al loro interno e unirsi alle sostanze inquinanti già presenti nell'aria, e finiscono per essere inalate dall'uomo. "Non a caso uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Occupational and Environmental medicine ha accertato un aumento dei ricoveri ospedalieri per cause respiratorie in presenza di polveri sahariane nell'aria. Come Sima il consiglio è quindi quello di evitare il più possibile l'esposizione alle polveri desertiche, specie per i soggetti che già soffrono di malattie o disturbi respiratori", spiega invece Sima

Con le polveri aumenta il Pm10 nell'aria

Le polveri, ha sottolineanto sempre Lamma, "contribuiscono all'aumento delle concentrazioni di Pm10 sul territorio".  La nuova ondata "rischia di avere effetti negativi sulla qualità dell'aria e sulla salute di milioni di cittadini", ha affermato la società italiana di medicina ambientale (Sima)

Particelle col diametro medio di 20 micron

"Ciò che arriva dal Sahara non è la sabbia, poiché i granelli per dimensione e peso non possono essere trasportati per lunghe distanze, bensì le polveri più sottili con un diametro medio di 20 micron che ricoprono il deserto nordafricano - ha detto il presidente Sima Alessandro Miani - Polveri che possono elevarsi fino a 10mila metri di altitudine ed essere trasportate per migliaia di chilometri, arrivando in Italia"

Soggetti più a rischio bambini, anziani e chi soffre di asma

"Si stima che dal Sahara si sollevino ogni anno circa 180 milioni di tonnellate di polveri che vanno ad aggiungersi alle Pm2.5 e Pm10 già presenti in atmosfera, con ripercussioni sul fronte della salute pubblica", ha spiegato ancora Sima. I soggetti più a rischio sono bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di malattie respiratorie, a partire dall'asma