Aurora boreale, la tempesta solare potrebbe tornare a colorare i cieli: ecco dove e quando

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L'enorme ammasso di macchie solari che ha scagliato energia e gas verso la Terra nella notte tra il 10 e l’11 maggio ruoterà di nuovo verso il nostro Pianeta tra circa due settimane

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Ci sono buone notizie per chi si è perso la spettacolare aurora boreale che ha illuminato anche i cieli d’Italia nella notte tra il 10 e l’11 maggio: ne arriveranno altre. L’enorme ammasso di macchie solari che ha scagliato energia e gas verso la Terra, provocando l'ultima forte tempesta solare, ruoterà nuovamente verso il nostro Pianeta tra circa due settimane.

Quando è prevista la prossima aurora boreale

Secondo gli scienziati, i brillamenti probabilmente saranno ancora abbastanza grandi da generare altre esplosioni che potrebbero colpire il campo magnetico terrestre, creando altre aurore boreali visibili ben più a Sud delle regioni in cui si osservano di solito.
“Il gruppo di macchie solari AR3664 è molto complesso e lo vedremo sicuramente ritornare tra due settimane circa”, ha riferito Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all'Università di Trieste. “In questo lasso di tempo potrebbe in parte erodersi, ma potrebbe anche rinforzarsi ulteriormente, questo non lo possiamo prevedere. Continuerà però ad essere seguito in questo periodo tramite la tecnica dell'eliosismologia che grazie alle oscillazioni che avvengono sulla parte visibile del Sole permette di indagare cosa succede su quella non visibile”.

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Tempeste solari: quali sono le conseguenze e i rischi

Ma oltre alle luci, queste tempeste solari ad alta intensità possono mettere a dura prova i Gps, le reti elettriche, i velivoli spaziali, i satelliti e altre tecnologie. Elon Musk, proprietario di SpaceX, tramite X, ha riferito che la tempesta solare delle scorse settimane ha messo “sotto forte pressione” i suoi satelliti Starlink che forniscono Internet. Picchi di tensione che hanno riguardato anche i satelliti su cui si fa affidamento per il Gps e la navigazione, che, come comunicato dall’Agenzia spaziale europea (Esa), hanno avuto disturbi del segnale. Sempre nelle scorse settimane, un volo da San Francisco a Parigi è stato deviato per evitare di sorvolare l'Artico, dove le radiazioni erano più forti. Il sole, dalla forte tempesta solare del 10 maggio, ha continuato a emettere radiazioni intense che hanno portato altri problemi. Il 14 maggio, per esempio, un enorme brillamento solare ha interrotto le comunicazioni radio ad alta frequenza a livello globale.

 

Il Sole si sta avvicinando al “massimo solare”

 

Questi brillamenti estremi provocati da macchie solari iperattive non saranno gli ultimi. Questo perché il Sole si sta avvicinando al cosiddetto "massimo solare", un momento del ciclo di 11 anni in cui la sua attività è massima. Come riferito al DailyMail dall’astrofisico dell’Università di Harvard Jonathan McDowell, questo “massimo solare” sarà raggiunto dalla stella probabilmente a luglio dell’anno prossimo. Motivo per cui la Terra fino al 2025 potrebbe essere soggetta a nuove e sempre più forti tempeste solari. Al “minimo solare” del 2019, il numero di macchie solari visibili sulla superficie del Sole era  pari a zero, ma al prossimo massimo, previsto per luglio 2025, il National Space Weather Prediction Center degli Stati Uniti ha stimato che potrebbero esserci fino a 115 macchie solari.

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