Occhi puntati sul satellite Ers-2 in caduta verso Terra: il rientro previsto per mercoledì

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Il relitto spaziale dovrebbe spezzarsi in frammenti a circa 80 chilometri dalla superficie terrestre: la stragrande maggioranza brucerà nell'atmosfera, ma è comunque probabile che alcune componenti di grandi dimensioni non si distruggano completamente. Potrebbero sopravvivere alcuni detriti, ma i rischi associati alla loro caduta al suolo "sono molto bassi", rassicura l'Esa, soprattutto per l'Italia

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Mancano ormai poche ore al rientro incontrollato in atmosfera del satellite europeo per l'osservazione della Terra Ers-2 (European Remote-Sensing satellite 2), che l'Agenzia Spaziale Europea prevede per la sera di mercoledì 21 febbraio. C’è però un ampio margine di incertezza sull’orario, di quasi 7 ore. Il relitto spaziale, che ormai scarico di carburante pesa all'incirca 2.300 chilogrammi, dovrebbe spezzarsi in frammenti a circa 80 chilometri dalla superficie terrestre: la stragrande maggioranza brucerà nell'atmosfera, ma è comunque probabile che alcune componenti di grandi dimensioni (come il serbatoio e l'antenna principale del satellite) non si distruggano completamente. Potrebbero sopravvivere alcuni detriti, ma i rischi associati alla loro caduta al suolo "sono molto bassi", rassicura l'Esa.

La storia del satellite

Difficile prevedere in quale parte del mondo potrebbero cadere gli eventuali detriti che non bruceranno completamente in atmosfera. L'Italia, al momento, sembrerebbe essere al riparo. Il satellite è stato lanciato in orbita nell'aprile 1995, quattro anni dopo il gemello Ers-1, ed è rimasto in funzione per 16 anni, raccogliendo una grandissima quantità di dati su oceani, calotte polari e suolo, utili anche per il monitoraggio di disastri naturali come terremoti e inondazioni. Informazioni altrettanto preziose sul buco dell'ozono e su altri gas inquinanti in atmosfera le ha raccolte grazie allo strumento Gome, realizzato dall'allora Officine Galileo di Campi Bisenzio, in seguito confluite in Leonardo. La missione di Ers-2 si è conclusa nel 2011: sebbene il satellite fosse ancora funzionante, si è comunque deciso di terminare le operazioni e di deorbitarlo per mitigare la proliferazione di detriti spaziali. Il satellite è stato sottoposto a 66 manovre di deorbita nei mesi di luglio e agosto 2011, per poi essere completamente passivato (cioè privato di ogni energia interna) nel mese di settembre. Le manovre hanno consumato il carburante residuo del satellite e abbassato la sua altitudine media da 785 a 573 chilometri, per ridurre il rischio di collisione con altri satelliti o detriti spaziali e per garantire che l'orbita decadesse abbastanza velocemente da consentirgli di rientrare nell'atmosfera terrestre entro 15 anni.

Ultimo passaggio nei cieli d'Europa

E, dopo tanti anni, stasera, martedì 20 febbraio, c'è stato l'ultimo "atto": il passaggio visibile nei cieli dell'Europa centrale. È stato il saluto definitivo con cui Ers-2 si congeda, in vista del gran finale.

 

Di seguito, la "rotta" del satellite della sera del 20 febbraio 2024, calcolata dall'ESA

epa11154027 The NASA's Nova-C lunar lander, encapsulated within the fairing of a SpaceX Falcon 9 rocket, part of the Intuitive Machines IM-1 mission, lifts up from the Launch Complex 39A at the Kennedy Space Center in Florida, USA, 15 February 2024. As part of NASA's CLPS (Commercial Lunar Payload Services) initiative and Artemis campaign, SpaceX Falcon 9 launched Intuitive Machines' first lunar lander to the Moon's surface.  EPA/CRISTOBAL HERRERA-ULASHKEVICH

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