Pioggia di stelle cadenti a gennaio 2023: come e quando osservarle

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Comete, meteore, eclissi e Superlune, il calendario degli "eventi" nel cielo del 2023

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Le stelle cadenti sono uno spettacolo che entusiasma grandi e piccini, appassionati di astronomia e non. E il 2023 regalerà uno spettacolo in cielo: le prime notti del nuovo anno, infatti, vedranno attivo uno degli sciami maggiori, quello delle Quadrantidi, che dalle latitudini dell'Italia sarà visibile dalla mezzanotte all'alba. Il picco è atteso nella notte tra il 3 e il 4 gennaio nelle ore che precedono il crepuscolo mattutino, quando la Luna sarà un po' più bassa sull'orizzonte rendendo più agevole l'osservazione.

Meteore minori

Oltre alle Quadrantidi, a gennaio saranno attivi anche alcuni sciami di meteore minori: le delta Cancridi, il cui picco è previsto il 17 gennaio, le alfa Idridi, che raggiungeranno il loro massimo due giorni dopo, e le alfa Leonidi, a fine mese. A chiudere l'anno sarà il secondo sciame meteorico più importante del 2023, quello delle Geminidi, con condizioni di osservabilità ancora migliori di quelle delle Perseidi perché nella notte del picco, tra il 13 e il 14 dicembre, la Luna sarà praticamente assente. 

La cometa

Ad aprire le danze potrebbe essere, a sorpresa, una cometa. A inizio anno, infatti, farà capolino "la cometa C/2022 E3 ZTF, scoperta il 2 marzo 2022 dal Zwicky Transient Facility in California", spiega Paolo Volpini dell'Unione astrofili italiani (Uai). "Il 12 gennaio arriverà al perielio, cioè al punto di minima distanza dal Sole, ma la migliore visibilità dovrebbe verificarsi tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio, quando si troverà alla minima distanza dalla Terra. Lo spettacolo sarà alla portata di binocoli e piccoli telescopi, ma la speranza è che si possa vedere anche a occhio nudo".

Eclissi e Superlune

Le eclissi segneranno alcuni giorni in particolare: il 20 aprile e il 14 ottobre naso all'insù per l'eclissi di Sole, mentre il 5 maggio si verificherà un'eclissi lunare di penombra, che si verificherà nuovamente il 28 ottobre. L'estate si aprirà con ben due Superlune: la Luna piena sarà alla minima distanza dalla Terra il 3 luglio e l'1 agosto.

Le Perseidi

Tra il 10 e il 13 agosto ci sarà poi il tradizionale spettacolo di San Lorenzo con le Perseidi. "Il picco avverrà in condizioni migliori rispetto a quelle dell'anno passato, con solo una sottile falce di Luna che comparirà a est all'alba senza dare troppo fastidio", sottolinea l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope. Da segnare in agenda anche l'appuntamento del 30-31 agosto con la Luna blu (la seconda luna piena del mese nonché la terza Superluna dell'anno) e quello del 29 settembre con l'ultima Superluna del 2023.

The Pillars of Creation are set off in a kaleidoscope of color in NASA’s James Webb Space Telescope’s near-infrared-light view. The pillars look like arches and spires rising out of a desert landscape, but are filled with semi-transparent gas and dust, and ever changing. This is a region where young stars are forming – or have barely burst from their dusty cocoons as they continue to form.
Newly formed stars are the scene-stealers in this Near-Infrared Camera (NIRCam) image. These are the bright red orbs that sometimes appear with eight diffraction spikes. When knots with sufficient mass form within the pillars, they begin to collapse under their own gravity, slowly heat up, and eventually begin shining brightly.
Along the edges of the pillars are wavy lines that look like lava. These are ejections from stars that are still forming. Young stars periodically shoot out supersonic jets that can interact within clouds of material, like these thick pillars of gas and dust. This sometimes also results in bow shocks, which can form wavy patterns like a boat does as it moves through water. These young stars are estimated to be only a few hundred thousand years old, and will continue to form for millions of years.
Although it may appear that near-infrared light has allowed Webb to “pierce through” the background to reveal great cosmic distances beyond the pillars, the interstellar medium stands in the way, like a drawn curtain.
This is also the reason why there are no distant galaxies in this view. This translucent layer of gas blocks our view of the deeper universe. Plus, dust is lit up by the collective light from the packed “party” of stars that have burst free from the pillars. It’s like standing in a well-lit room looking out a window – the interior light reflects on the pane, obscuring the scene outside and, in turn, illuminating the activity at the party inside.
Webb’s new view of the Pillars of Creation will help researchers revamp models of star formation. By identifying far more precise star populations, along with the quantities of gas and dust in the region, they will begin to build a clearer understanding of how stars form and burst out of these clouds over millions of years.
The Pillars of Creation is a small region within the vast Eagle Nebula, which lies 6,500 light-years away.
Webb’s NIRCam was built by a team at the University of Arizona and Lockheed Martin’s Advanced Technology Center.

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