La Nasa ha prodotto per la prima volta ossigeno su Marte

Scienze

Un piccolo strumento portato sul pianeta rosso dal rover Perseverance ha permesso di ricavare fino a 100 minuti di ossigeno respirabile dall'atmosfera ricca di anidride carbonica. L'obiettivo ora è aumentare la quantità per poterla mettere a disposizione di una futura spedizione

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Le possibili future missioni dell'uomo su Marte avranno, ovviamente, bisogno di ossigeno. Una svolta in tal senso arriva dalla scoperta che la Nasa è riuscita a produrlo sul pianeta rosso, utilizzando soltanto risorse locali. È questo uno dei risultati portati a termine dal rover Perseverance, sbarcato su Marte nel febbraio del 2021 anche allo scopo di produrre ossigeno dall’atmosfera ricca di anidride carbonica di Marte.

Prodotti 100 minuti di ossigeno respirabile

Perseverance è riuscito nell'impresa di produrre circa 100 minuti di ossigeno respirabile. Lo ha fatto utilizzando un piccolo strumento chiamato MOXIE,  acronimo di “Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment”. Tra aprile e novembre 2021, MOXIE ha catturato l’anidride carbonica di Marte (l’atmosfera del pianeta è composta per il 96% da CO2) per separare gli atomi di ossigeno dalle molecole di anidride carbonica. Il prodotto di scarto, il monossido di carbonio, è finito nell'atmosfera marziana insieme all'ossigeno prodotto. Il processo di conversione richiede che le molecole di CO2, precedentemente compresse e filtrate per evitare l’ingresso di polvere e terra, raggiungano una temperatura di 800 gradi centigradi.

Fino a 10 grammi dagli ultimi esperimenti

I responsabili del progetto, coordinato dall’osservatorio Haystack del Mit hanno pubblicato uno studio sull’ossigeno prodotto da MOXIE. Nei sette esperimenti svolti nel 2021, lo strumento è stato capace di produrre in media circa sei grammi di ossigeno, corrispondenti più o meno alla quantità di ossigeno prodotta da un piccolo albero sulla Terra, con punte di quasi 10 grammi negli ultimi esperimenti. Un altro risultato ottenuto dall’esperimento è stato quello di essersi dimostrato efficace in momenti diversi del giorno marziano e in condizioni diverse durante le stagioni.  "L’unica cosa che ancora non siamo riusciti a dimostrare è la possibilità di funzionare all’alba o al tramonto, quando le temperature su Marte cambiano notevolmente", ha spiegato Michael Hecht, ricercatore principale dell’esperimento MOXIE al Mit. "Ora però abbiamo un asso nella manica", ha aggiunto Hecht, "che ci permetterà di riuscirci e una volta che lo avremo testato in laboratorio, potremo dimostrare che siamo davvero in grado di operare in qualsiasi momento".

L'obiettivo è aumentare notevolmente la produzione 

La vera sfida ora è passare da una produzione di ossigeno di pochi grammi a altre quantità in grado non solo di sostenere una missione umana su Marte (ra i 2 e i 3 chilogrammi all’ora), ma anche a ricavare l’ossigeno indispensabile come parte del propellente per affrontare il viaggio di ritorno di un'ipotetica missione umana da Marte alla Terra. Per un equipaggio di sei persone si ipotizza che possano servire 31 tonnellate di ossigeno, numeri ancora lontanti da quelli fatti registrare finora.

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