L'apparecchio marziano ha restituito nuove immagini a colori del territorio che hanno permesso agli scienziati del Jet Propulsion Laboratory di pianificare la rotta del rover Perseverance: il timore era che potesse restare incagliato nelle dune di sabbia della regione del 'Seitah', nel grande cratere Jezero
Il nono volo del drone Nasa Ingenuity su Marte è ufficialmente andato a buon fine. A confermarlo è il Jet Propulsion Laboratory che pianifica le attività del rover Perseverance e del drone marziano. Il suo nuovo volo nel cielo di Marte ha permesso ai tecnici della Nasa che guidano a distanza la missione di identificare le dune sabbiose che potrebbero far 'arenare' le ruote del rover nel percorso di esplorazione dell'area denominata 'Seitah', nel grande cratere Jezero. Grazie alle fotografie a colori catturate da Ingenuity, per la prima volta è possibile studiare approfonditamente e da una distanza minima il territorio di Marte.
Il nono volo
Secondo quanto riporta il flight log aggiornato sul sito ufficiale, il volo è avvenuto lo scorso 5 luglio, durante il sol 133. L’ultima uscita risale al 21 giugno (sol 120). La distanza percorsa è stata pari a 625 metri, un vero record considerando che in precedenza la distanza più lunga era stata di 266 metri, durante il quarto volo. L'altitudine massima è stata pari a 10 metri mentre la velocità massima ha toccato i 5 m/s, un altro record dato che negli ultimi voli ci si era fermati a 4 m/s. Sbalorditivo anche il tempo di volo, pari a 166,4": prima si era arrivati fino a 139,9" (sesto volo).
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Le fotografie
Le immagini a colori scattate dal drone a 10 metri di altezza stanno permettendo per la prima volta di analizzare il terreno marziano. La risoluzione è molto più alta delle foto ottenute dai satelliti in orbita, che erano state finora le uniche mappe di riferimento per tracciare i percorsi dei rover. I dati mostrano con grande dettaglio le tante dune sabbiose che caratterizzano l'area: "La sabbia è una nostra grande preoccupazione", ha affermato Olivier Toupet, del Jpl e a capo del gruppo che pianifica le attività del rover Perseverance. "Se ad esempio guidiamo in discesa in una duna rischiamo di 'impantanarci' e non essere in grado di tornare indietro". Nonostante il rover sia dotato di avanzati sistemi di guida autonoma non è però in grado di identificare da solo lo spessore della sabbia e per questo sono i tecnici da terra a dover indicare su una mappa le 'zone vietate'. Grazie al drone Ingenuity, spiegano i tecnici, è ora possibile avere accesso a un nuovo modo di studiare il terreno e rendere molto più sicura la missione e più rapida la pianificazione degli spostamenti.
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La rotta di Perseverance
I tecnici vorrebbero portare il rover in una zona rocciosa identificata come “Raised Ridges", dove alcune fratture nelle rocce fanno pensare alla presenza di un fluido in passato. Perseverance dovrebbe arrivare in quel punto per prelevare campioni per cercare tracce di vita microbica fossile. Di mezzo ci sono le dune sabbiose dell’area Seitah, che i tecnici preferiscono aggirare (nonostante così il percorso si allunghi) per non rischiare di restare immobilizzati per sempre nelle sabbie. Grazie al drone Ingenuity si potrà non solo prevedere ed evitare gli ostacoli lungo il cammino del rover, ma anche studiare più da vicino zone che prima erano inquadrabili solo dai satelliti.