La Nasa trasforma i dati raccolti durante le missioni in melodie

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Assegnando una classe di strumenti a ciascuna lunghezza d’onda osservata, gli esperti dell’agenzia spaziale hanno dato vita a delle “canzoni” uniche nel loro genere

Trasformare in musica i dati raccolti nel corso delle missioni spaziali: è questo l’obiettivo di una nuova iniziativa della Nasa. La procedura serve non solo a ottenere delle melodie uniche nel loro genere, ma anche maggiori informazioni scientifiche tramite l’analisi delle frequenze. Finora la tecnica messa a punto dall’agenzia spaziale statunitense ha permesso di “tradurre” in note i dati raccolti dalle missioni come l’Osservatorio a raggi X Chandra e i telescopi spaziali Hubble e Spitzer. Il progetto è guidato dal Chandra X-ray Center e si inserisce nell’ambito del programma Universe of Learning della Nasa.

I dati trasformati in musica

Sul proprio sito ufficiale, la Nasa ha pubblicato dei video in cui è possibile ascoltare la “versione musicale” di alcune delle osservazioni condotte negli ultimi anni. Una di queste riguarda l’ammasso di galassie noto come Bullet Cluster, che ha fornito la prima prova diretta dell’esistenza della materia oscura, la misteriosa componente invisibile che occupa il 25% dell’universo. I raggi X di Chandra mostrano dove il gas caldo è stato strappato via dalla materia oscura. Le frequenze più basse sono state associate ai dati riguardanti la materia oscura, mentre quelle più alte ai raggi X. Altre osservazioni trasformare in musica sono quelle riguardanti la Nebulosa del Granchio, generata dai resti di una stella esplosa. I telescopi spaziali hanno catturato il suo “motore”, costituito da una densa stella di neutroni che ruota molto velocemente su ste stessa e che si è formata quando l’astro è collassato.

 

La procedura

 

Ma come si può trasformare un insieme di dati in una melodia? Per ottenere questo risultato, gli esperti della Nasa hanno abbinato una diversa famiglia di strumenti a ogni lunghezza d’onda osservata. È così che i raggi X di Chandra sono diventati degli ottoni, i dati di Hubble degli strumenti a corda e quelli a infrarossi di Spitzer dei legni.

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