Il nuovo progetto propone di sostituire i vecchi habitat a igloo con dei moduli semi-gonfiabili a quattro piani per quattro persone, con un design futuristico per gli interni e la possibilità di aggiungere elementi modulari con varie funzioni
Progettare una base lunare non è un’impresa semplice, nemmeno per degli architetti con decenni di esperienza alle spalle. Negli ultimi due anni, il prestigioso studio statunitense Skidmore, Owings and Merrill ha lavorato alla progettazione di Moon Village, l’avamposto umano che in futuro sorgerà sul satellite naturale della Terra. L’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha da poco valutato il suo nuovo progetto, che propone di sostituire i vecchi habitat a igloo con dei moduli semi-gonfiabili a quattro piani per quattro persone, con un design futuristico per gli interni e la possibilità di aggiungere elementi modulari con varie funzioni. L’obiettivo dello studio di architettura è dare vita all’interno del cratere Shackleton a una piccola città con vista sulla Terra, alimentata quasi ininterrottamente dalla luce solare e vicina a depositi di acqua ghiacciata.
Lo sviluppo del progetto
Il progetto dello studio Skidmore, Owings and Merrill è nato nel 2018 ed è stato portato avanti grazie al confronto costante con gli esperti del Massachusetts Institute of Technology (Mit) e dell’Agenzia Spaziale Europea. Da poco è stato sottoposto ai tecnici della Concurrent Design Facility dell'Esa, che per ora non hanno rilevato criticità che ne impedirebbero la realizzazione.
Le possibili caratteristiche della base lunare
Nelle intenzioni di Skidmore, Owings and Merrill, i moduli abitabili semi-gonfiabili a quattro piani rappresenterebbero un’evoluzione del modulo Beam della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Dovrebbero consentire di massimizzare il volume in rapporto alla massa. L'architettura interna è stata progettata per garantire una buona illuminazione e comfort. Tenendo in considerazione la debole forza di gravità lunare, gli architetti hanno previsto anche la presenza di appigli e barre a cui aggrapparsi. Il modulo, inizialmente pensato per una permanenza di 500 giorni, è stato riadattato per 300 giorni, considerata l'esposizione ai raggi cosmici che ha imposto anche di riadattare gli ambienti interni in modo da renderli più protetti.