L’istituto di Ginevra ha pubblicato per la prima volta il suo rapporto ambientale. Descrive l’attuale contributo alla salvaguardia del pianeta e gli obiettivi per i prossimi anni
La ricerca scientifica volta a scandagliare i misteri della materia e dell’universo può essere condotta anche in maniera “green” ed ecosostenibile. Per dimostrarlo, il Cern di Ginevra ha pubblicato per la prima volta il suo rapporto ambientale. Il documento, relativo al biennio 2017-2018, è stato stilato secondo gli standard di sostenibilità della Global Reporting Initiative e sarà il primo di una serie che verrà resa nota ogni due anni.
Gli obiettivi del Cern per i prossimi anni
"Il Cern aspira a essere un modello di ricerca responsabile dal punto di vista ambientale", dichiara il direttore generale Fabiola Gianotti. "Questo rapporto – spiega - sottolinea il nostro forte impegno per la protezione dell'ambiente, sia nel minimizzare il nostro impatto sia nell'applicare le tecnologie del Cern per la protezione dell'ambiente". La pubblicazione alza il velo anche sui prossimi obiettivi di sostenibilità del Cern, che si prefigge per gli anni a venire di ridurre le emissioni dirette di gas serra del 28% entro la fine del 2024. Altri aspetti affrontati sono il consumo di energia e acqua, la produzione di rifiuti, l’inquinamento acustico e il rispetto della biodiversità.
Il potenziale “green” delle nuove tecnologie
Oltre a gestire responsabilmente la propria impronta ambientale, il Cern si è anche proposto di avere un impatto positivo sulle questioni ambientali attraverso le tecnologie che sviluppa. La relazione riguarda infatti anche alcune delle innovazioni dell’istituto che si stanno adattando alla protezione ambientale, frutto di una ricerca sostenibile. "Vogliamo essere parte della soluzione del problema" sostiene sul tema Frederick Bordry, direttore degli acceleratori e della tecnologia del Cern. "Molte nostre tecnologie hanno un potenziale considerevole in diverse aree inclusa quella ambientale”, dice Bordry. “Per esempio, stiamo implementando sistemi per il recupero dell'energia al Large Hadron Collider, e stiamo sperimentando l'uso della superconduttività su larga scala, cosa che potrebbe migliorare l'efficienza delle reti di distribuzione dell'elettricità" la chiosa.