Alle ore 11:56 di mercoledì 29 aprile, 1998 OR2 è transitato sul pianeta a una distanza di 6,2 milioni di chilometri. Il passaggio è avvenuto in tutta sicurezza e non ha avuto alcuna conseguenza negativa
Alle 11:56 di stamattina, mercoledì 29 aprile, l’asteroide 1998 OR2 ha sorvolato la Terra a una distanza di 6,2 milioni di chilometri, pari a circa 16 volte quella che separa il pianeta dalla Luna. Proprio come aveva preannunciato la Nasa nelle scorse settimane, il passaggio è avvenuto in totale sicurezza e non ha avuto alcuna conseguenza negativa. Si sono quindi rivelate del tutto prive di fondamento le ipotesi di chi sosteneva con insistenza una collisione tra la Terra e l’asteroide “con la mascherina” dal diametro compreso tra i 1200 e il 3700 metri.
Le fake news sull’asteroide
Negli scorsi giorni, queste congetture erano già state stroncate da Gianluca Masi, astrofisico, fondatore e responsabile del Virtual Telescope, nonché coordinatore per l’Italia dell’Asteroid Day. “Da settimane l’asteroide potenzialmente pericoloso 1998 OR2 viene indicato da molti media come di imminente collisione con la Terra. Tutto falso, al pari di ogni congettura che lo leghi alla pandemia da Covid-19”, aveva spiegato l’esperto. L’asteroide ha fatto parlare molto di sé anche per il suo aspetto bizzarro: nelle foto scattate dall’Osservatorio di Arecibo sembra che “indossi” una mascherina. Si tratta, naturalmente, di una coincidenza, che sui social è stata accolta con entusiasmo ed ironia dagli utenti.
Il ritorno di 1998 OR2
1998 OR2 saluterà di nuovo la Terra solo nel 2079. Come spiega la ricercatrice Flaviane Venditti, in quell’occasione l’asteroide si avvicinerà ulteriormente al pianeta, accorciando la distanza di 3,5 volte. “È per questo che è importante conoscere la sua orbita in maniera precisa”, sottolinea l’esperta dell’osservatorio di Arecibo, a Porto Rico. 1998 OR2 appartiene alla classe degli asteroidi vicini alla Terra definiti come oggetti potenzialmente pericolosi: hanno dimensioni superiori ai 140 metri e passano a meno di 8 milioni di chilometri dall’orbita terrestre. L’agenzia spaziale americana (Nasa) utilizza il sistema di monitoraggio Sentry per analizzare i cataloghi astronomici alla ricerca di asteroidi che potrebbero essere protagonisti di un impatto col pianeta nei prossimi 100 anni.