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Ottenute delle piante bioluminescenti simili a quelle del film Avatar

Scienze
La zona dedicata ad avatar del parco a tema Walt Disney World Resort (Ansa)

Il risultato è stato ottenuto inserendo nel Dna delle specie vegetali le sequenze genetiche che controllano la capacità di brillare al buio in una specie di funghi 

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Presto le piante ornamentali potrebbero diventare molto simili a quelle presenti su Pandora, il pianeta in cui è ambientato il film Avatar. La caratteristica peculiare delle specie vegetali presenti su questo corpo celeste è la capacità di brillare nel buio, illuminando l’ambiente circostante. Un risultato simile è stato ottenuto nel corso di una ricerca internazionale coordinata da Karen Sarkisyan e Ilia Yampolsky, della startup biotecnologica russa Planta e Accademia russa delle scienze, i cui risultati sono stati descritti sulle pagine della rivista specializzata Nature Biotechnology.

Lo svolgimento dello studio

Per ottenere delle piante ornamentali bioluminescenti, i ricercatori hanno trasferito nel loro Dna le sequenze genetiche che controllano la capacità di brillare al buio in una specie di funghi. Il risultato sono delle specie vegetali 10 volte più luminose di quelle sviluppate finora e in grado di illuminarsi in modo costante, dalla nascita alla maturità. L’esperimento è stato condotto sul tabacco perché il suo codice genetico è ampiamente conosciuto e perché la pianta cresce in fretta, tuttavia il team di ricerca ritiene che la stessa tecnica potrebbe essere applicata anche alle rose, alle petunie e alle pervinche.

L’importanza del fungo Neonothopanus Nambi

“Trent’anni fa ho contribuito a creare la prima pianta luminescente usando un gene delle lucciole. Queste nuove piante possono produrre un bagliore molto più luminoso e costante, che è pienamente incorporato nel loro codice genetico”, spiega Keith Wood, amministrato delegato di Light Bio, la nuova società che, in collaborazione con Planta, prevede di commercializzare la tecnologia per produrre piante ornamentali bioluminescenti. I ricercatori spiegano che progettate nuove caratteristiche biologiche in un organismo è piuttosto complesse perché, un po’ come gli ingranaggi di un orologio, le sequenze di Dna aggiunte devono integrarsi bene all’interno dell’ospite, senza alterare il suo metabolismo. È per questa ragione che il fungo luminoso della specie Neonothopanus Nambi è stato importante ai fini della ricerca: i meccanismi metabolici delle sue cellule, infatti, sono simili a quelli di alcune specie vegetali, compreso il tabacco. Estrapolando dal Dna del micete i geni responsabili della luminescenza e inserendoli nelle piante sono riusciti a farle brillare di luce verde per l’intera durata del loro ciclo vitale.