Il suo nome è sifonoforo ed è formato da una lunghissima corda gelatinosa di invertebrati marini uniti tra loro. Lo hanno trovato gli esperti del Western Australian Museum al largo delle coste australiane
Si chiama sifonoforo ed è formato da una colonia composta da migliaia di piccoli invertebrati marini, attaccati gli uni agli altri che insieme danno origine ad una gigantesca corda gelatinosa disposta a spirale, lunga quasi 45 metri. Si tratta di un organismo marino da record, scoperto al largo delle coste australiane da ricercatori ed esperti del Western Australian Museum.
L’area di Ningaloo
Gli esploratori australiani, nel corso delle loro escursioni, si sono imbattuti in alcuni canyon sottomarini situati nelle profondità di Ningaloo, zona costiera riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità nel 2011 e situata nell'Australia Occidentale. L’area, che occupa una superficie di poco superiore ai 7 mila km quadrati, si trova a circa 1.200 km dalla città di Perth, nell'Oceano Indiano orientale. Qui, grazie alla nave da ricerca oceanografica Falkor che è di proprietà dello Schmidt Ocean Institute, gli esperti hanno individuato 30 nuove specie marine, oltre all’incredibile sifonoforo che, dicono i ricercatori, “apparentemente sarebbe l'animale più lungo mai registrato al mondo”.
Un robot sottomarino
A diffondere la notizia è stata proprio lo Schmidt Ocean Institute, che ha pubblicato in rete le immagini delle escursioni sottomarine e pubblicato sul proprio canale ufficiale di Twitter un breve video in cui si vede il lunghissimo organismo formato da migliaia di invertebrati fluttuare nelle profondità dell’oceano. Nelle escursioni, gli esperti hanno utilizzato una strumentazione particolare, tra cui il robot sottomarino Rov Subastian, che ha permesso di effettuare oltre 20 immersioni fino a 4.500 metri di profondità, per un totale di 181 ore di esplorazione.
Le altre scoperte
Tra le scoperte che sono state effettuate, gli esperti hanno segnalato grandi comunità di spugne vitree nel canyon di Cape Range oltre ad un particolare polpo bioluminescente, scovato insieme a cetrioli di mare dalla lunga coda e ad curiose altre specie di molluschi e crostacei. "C'è ancora molto che non conosciamo degli abissi marini e ci sono infinite specie che non sono ancora state avvistate", ha spiegato Wendy Schmidt, co-fondatrice dello Schmidt Ocean Institute. "Il nostro pianeta è profondamente interconnesso: ciò che accade nelle profondità marine influenza la vita sulla terra e viceversa. Questa ricerca è fondamentale per conoscere meglio queste connessioni e l'importanza di proteggere questi ecosistemi così fragili", ha aggiunto l’esperta.