Scoperti i pesci con super vista che distinguono i colori negli abissi

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Stando a un nuovo studio, speciali caratteristiche genetiche permettono alla spinosa d’argento di riconoscere varie tonalità anche nel buio delle profondità oceaniche 

A oltre un chilometro di profondità, nei fondali oceanici, la luce del sole fatica ad arrivare lasciando gli abitanti di queste aree remote spesso nel buio più totale. Come fanno allora queste specie a orientarsi e distinguere ciò che le circonda? In alcuni casi, con una vista decisamente fuori dal comune. Un nuovo studio pubblicato su Science dai ricercatori dell’Università di Basilea descrive lo speciale comportamento della spinosa d’argento, che grazie ad alcune caratteristiche genetiche riesce a riconoscere i colori persino nell’oscurità degli abissi, dove la maggior parte degli altri pesci ha invece una visione monocromatica.

Vedere a colori nel buio

Per moltissimi abitanti delle profondità oceaniche, infatti, il blu è di fatto l’unico colore distinguibile. L’incapacità di riconoscere varie gradazioni cromatiche al buio è comune a quasi tutti i vertebrati, che in assenza di luce si affidano ai fotorecettori noti come bastoncelli, che tuttavia contengono un solo tipo di fotopigmento, rendendo così pressoché impossibile la visione di altri colori. Analizzando il genoma di 101 pesci che vivono tra 200 e 1500 metri di profondità, i ricercatori hanno notato una particolarità unica nella specie della spinosa d’argento, che possederebbe addirittura 38 copie del gene rodopsina, una proteina della retina: ognuna di queste si sarebbe adattata a una certa lunghezza d’onda della luce, permettendo ai pesci di sviluppare la super vista a colori.

La spinosa d'argento si è evoluta per sopravvivere

Effettuando delle simulazioni al computer, i ricercatori hanno dimostrato che i geni legati alla vista della spinosa d’argento sono in grado di rilevare tutte le lunghezze d’onda della luce prodotte dagli organismi fluorescenti che vivono in profondità. Secondo Fabio Cortesi dell’Università del Queensland, tra gli autori della ricerca, i pesci potrebbero aver sviluppato questa caratteristica per riuscire a sopravvivere negli abissi oceanici, dove “bisogna decidere rapidamente se si ha davanti un predatore o una preda”. Oltre alla spinosa d’argento, che rappresenta il caso più eclatante, il coordinatore del team di ricerca Walter Salzburger spiega che altri vertebrati hanno sviluppato una capacità visiva basata su più copie di rodopsina “utilizzate specificamente per individuare la bioluminescenza”. 

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