Espansione universo, nuovo modello potrebbe risolvere il mistero della velocità

Scienze
Una galassia ripresa da Hubble (Nasa)

I due modelli più accreditati finora per calcolare la rapidità con cui l’universo si sta espandendo portano a risultati discordanti, una differenza che secondo una nuova teoria si deve a un’immensa bolla cosmica che racchiude la Via Lattea 

L’espansione accelerata dell’universo è uno dei misteri cosmici più interessanti per gli scienziati, che si arricchisce ora di una nuova ipotesi formulata dal fisico teorico dell’Università di Ginevra Lucas Lombriser. Lo studio coordinato da quest’ultimo, consultabile sulla rivista Physics Letters B., propone un nuovo modello teorico che colloca la Terra, il Sole, la Via Lattea e le galassie ad essa più prossime in un’unica bolla cosmica che si estenderebbe per circa 250 milioni di anni luce. Questa inedita versione riuscirebbe inoltre a spiegare la differenza in termini di velocità di espansione dell’universo evidenziata dai due principali approcci utilizzati finora per descrivere il fenomeno.

Il mistero dell’espansione dell’universo

Prima di dare il nome al famoso telescopio spaziale, nel 1929 Edwin Hubble riuscì a dimostrare l’allontanamento graduale delle galassie attorno alla Via Lattea, peraltro con un’accelerazione maggiore tanto più è la distanza di questi sistemi stellari. Tuttavia, gli studi realizzati successivamente non hanno fatto chiarezza sulla velocità dell’espansione dell’universo: i due approcci utilizzati, uno basato sullo studio delle supernove e l’altro su quella che viene chiamata radiazione cosmica di fondo, hanno infatti prodotto valori discordanti all’incirca del 10%. Questa differenza potrebbe essere spiegata proprio dal modello di Lombriser, che prevede una diversa distribuzione di materia dell’universo su larga scala: “Nella bolla - spiega il fisico - la densità media di materia è la metà di quella del resto dell’universo”.

La Via Lattea in una bolla cosmica

L’ipotesi avanzata da Lombriser mette quindi in discussione l’omogeneità dell’universo, che sarebbe invece caratterizzato da fluttuazioni nella densità di materia derivanti anche dall’immensa bolla cosmica che, stando al modello, racchiuderebbe l’intera Via Lattea ma anche le galassie più vicine. Se, come ipotizzato, in quest’area la densità di materia fosse minore del 50% rispetto al resto dell’universo, i nuovi risultati potrebbero finalmente porre fine ai dubbi e alle discordanze sulla velocità di espansione dell’universo. 

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