Mosca orientale della frutta, scoperto il meccanismo genetico che ne determina il sesso

Scienze
Moscerino frutta (Getty Images)

Identificato da un team internazionale di ricercatori guidati da Hongyu Zhang, potrà essere sfruttato per produrre in massa maschi, riuscendo così a controllare le popolazioni di questa specie 

È un gene in grado di determinare il sesso maschile la chiave per poter combattere la mosca orientale della frutta (Batrocera dorsalis), un parassita che rappresenta una minaccia per l’agricoltura asiatica e che potrebbe mettere a dura prova anche i raccolti italiani. Identificato da un team internazionale di ricercatori guidati da da Hongyu Zhang, della Huazhong Agricultural University di Wuhan, il meccanismo genetico che determina il sesso maschile dell’insetto potrà essere sfruttato per produrre in massa mosche di sesso maschile, riuscendo così a controllare le popolazioni di questa specie.

Batrocera dorsalis: un tefritide invasivo

La mosca orientale della frutta, come ha ricordato Giuseppe Saccone, l’esperto italiano dell’Università Federico II di Napoli e visiting professor presso l'Università Nazionale di Singapore, tra i ricercatori italiani che hanno partecipato allo studio, “è un tefritide invasivo molto temuto per i danni all'agricoltura in Asia, che potrebbe colonizzare anche l'Italia. Questo perché l'insetto esce dalla frutta importata ed è stato rilevato a Napoli e Salerno, ma per fortuna non è ancora in grado di riprodursi nelle nostre zone”.

Si basa sul gene miRNA-1-3p

Il meccanismo genetico scoperto, come descritto sulla rivista Nature Communication, si basa sul gene miRNA-1-3p che viene attivato negli embrioni maschili da MoY, identificato precedentemente dallo stesso team di ricerca. Si tratta di “un gene regolativo, che agisce mediante un piccolo frammento di informazione genetica chiamato microRNA e spegne a valle il gene che nei tefritidi e in tanti altri insetti determina il sesso femminile”, ha spiegato Giuseppe Saccone. "Essendo i microRNA molto piccoli, si può pensare di farne versioni sintetiche che, per le piccole dimensioni, potrebbero essere facilmente trasferite all'interno degli embrioni, una volta resi permeabili artificialmente con sostanze chimiche o reazioni elettriche". Così facendo, "si otterrebbero in massa maschi che si possono poi sterilizzare con le radiazioni e introdurre nelle coltivazioni agricole da proteggere, dove una volta accoppiati con le femmine sono incapaci di generare progenie".  

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