Un nuovo studio conferma l’ipotesi fatta nel 1966 da due scienziati sulle implicazioni legate alla sottile atmosfera di anidride carbonica del Pianeta Rosso: potrebbe aiutare a ricostruire l’evoluzione del clima marziano e la storia dell’acqua liquida sul pianeta
Una sorprendente scoperta relativa al polo sud di Marte potrebbe riportare all’attualità un’ipotesi fatta nel lontano 1966 da due scienziati della Nasa circa le conseguenze dovute alla sottile atmosfera marziana composta maggiormente da anidride carbonica. A oltre 50 anni di distanza, un team di ricercatori del California Institute of Technology (Caltech), lo stesso da cui provenivano i due scienziati che avevano formulato l’antica teoria, ha scoperto strati alternati di ghiaccio secco, quindi arricchito di CO2, e di ghiaccio d’acqua nell’area più meridionale del Pianeta Rosso, con implicazioni sulla pressione atmosferica di Marte.
Marte, l’ipotesi del 1966 sull’atmosfera
Nel 1966 il fisico Robert B. Leighton e lo scienziato planetario Bruce C. Murray avevano da poco appreso, grazie ai dati della sonda Nasa Mariner IV, come l’atmosfera di Marte fosse estremamente sottile e composta per oltre il 95% da anidride carbonica. Secondo le stime dei due esperti, questa caratteristica avrebbe dovuto portare alla formazione di depositi stabili di ghiaccio con aggiunta di CO2 ai poli, che a propria volta avrebbero condizionato la pressione atmosferica. La teoria di Leighton e Murray prevedeva che i cambiamenti nell’esposizione dei poli alla luce solare, dovuti alle oscillazioni di Marte sul proprio asse durante l’orbita attorno al Sole, avessero l’effetto di influenzare il clima del pianeta proprio attraverso le variazioni della pressione, che avrebbe potuto passare da un quarto a due volte quella attuale marziana attraverso cicli della durata di decine di migliaia di anni.
Il nuovo modello: deposito CO2 al polo sud marziano
Ci sono voluti diversi decenni perché uno studio riuscisse a confermare questa ipotesi, per quanto curiosa. Il modello messo a punto dai ricercatori di Caltech, JPL e Università del Colorado rivela infatti l’esistenza di un’alternanza di strati al polo sud di Marte che, semplicemente, non dovrebbe esistere. In quest’area ci sarebbe infatti un enorme deposito di ghiaccio con CO2 che si estenderebbe per circa 1 chilometro di profondità, disposto in vari livelli che si alternano ad altri composti da ghiaccio d’acqua, come nei diversi strati di una torta. Qui secondo i ricercatori si troverebbe una quantità di anidride carbonica pari a quella presente oggi nell’atmosfera marziana. A rendere possibile l’evoluzione di questa struttura sarebbero stati diversi fattori, dall’inclinazione della rotazione di Marte alla differenza in cui ghiaccio secco e ghiaccio d’acqua riflettono la luce, fino all’aumento della pressione atmosferica legato alla sublimazione del ghiaccio con CO2. Secondo Peter Buhler, che ha coordinato lo studio pubblicato su Nature Astronomy, sorprendentemente lo spessore degli strati previsti dal modello “corrisponde a meraviglia con i rilevamenti dei satelliti orbitanti”. Esaminando i cicli che hanno permesso l’evoluzione di questa struttura a strati in passato gli scienziati potranno comprendere l’evoluzione del clima di Marte, inclusa la storia sul Pianeta Rosso dell’acqua allo stato liquido.