Peter Scott-Morgan, 61 anni, affetto dalla malattia del motoneurone ha deciso di affidarsi alla tecnologia per cambiare il suo destino e prolungare la sua vita, diventando completamente robotico
"Peter 2.0 è ora online”: così Peter Scott-Morgan, 61 anni, affetto dalla malattia del motoneurone, (MND) ha annunciato su Twitter di aver completato la sua transizione nel primo cyborg completo al mondo.
Esperto in robotica, di Torquay (Regno Unito), nel 2017, anno in cui gli è stata diagnosticata la stessa patologia neurodegenerativa di cui era affetto il fisico Stephen Hawking, ha deciso di affidarsi alla tecnologia, per cambiare il suo destino e prolungare la sua vita, diventando completamente robotico.
Trasformazione completata dopo 24 giorni in terapia intensiva
Dopo 24 giorni in terapia intensiva, Peter è tornato nella sua casa a Torquay ed è pronto a iniziare la sua nuova vita 2.0.
"Tutte le procedure mediche sono state completate con successo. Il mio mini ventilatore che uso per respirare fa molto meno rumore di quello di Darth Vader. La mia voce è sintetica ma almeno è la mia. Davanti abbiamo ancora tante ricerche da fare”, scrive su Twitter nel post che annuncia il completamento della sua trasformazione.
Tramite una serie di operazioni chirurgiche a Peter è stato inserito un un tubo di alimentazione direttamente nello stomaco, un catetere nella vescica e una sacca sul colon.
Inoltre, grazie alla collaborazione con altri esperti di robotica e all’Intelligenza artificiale, ha sviluppato un avatar del suo viso, guidato dal movimento oculare, che risponde al suo posto dallo schermo del computer.
Grazie alla tecnologia, Peter può superare i limiti imposti dalla sua disabilità: siede su una sedia hi-tech, che gli consente di stare in piedi, di sdraiarsi o di spostarsi a seconda della sue necessità.
La campagna "Right to Thrive”
“Ho in programma di diventare il primo Cyborg completo al mondo, il più avanzato mai creato in 13,8 miliardi di anni”, scriveva nel suo blog prima della trasformazione.
Ora Peter ha lanciato la campagna "Right to Thrive”, tramite la quale vuole aiutare tutte le persone affette da patologie neurodegenerative.
"Perché mi appassiono così tanto a questo? Semplice statisticamente, entro la fine di quest'anno sarò morto. Ma non lo sarò perché l'eccezionale team che mi segue quest'autunno mi farà un intervento salvavita, un'incisione chirurgica della trachea per aprire una via respiratoria alternativa a quella naturale. Quindi, starò bene”, scriveva nel suo blog prima di sottoporsi alle operazioni chirurgiche. “Ho scoperto che altri malati come me sono stati dissuasi dal seguire un percorso come il mio e io mi rifiuto di lasciarli indietro”.