Papiri, i raggi X rivelano segni tracciati con inchiostro invisibile

Scienze

Tramite l’acceleratore di particelle Bessy II, i ricercatori del Centro Helmholtz e dell’Università di Berlino hanno individuato la presenza delle ‘scritte’, probabilmente riferite a una divinità, su uno di questi antichi documenti 

Grazie al sincrotrone tedesco Bessy II, i ricercatori del Centro Helmholtz e dell’Università di Berlino sono riusciti a scoprire il segreto celato in un antico papiro conservato a Berlino: i raggi X dell’acceleratore di particelle hanno svelato la presenza di alcuni segni, probabilmente riferiti a una divinità, tracciati con un inchiostro a base di piombo che, a causa dell’esposizione alla luce, si è scolorito fino a diventare pressoché invisibile. I risultati dello studio, pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Journal of Cultural Heritage, potrebbero aiutare a decifrare la vasta collezione di papiri ritrovati sull’isola Elefantina agli inizi del Novecento dall’archeologo Otto Rubensohn, attualmente conservata nel Museo Egizio di Berlino.

L’analisi dei papiri

L’utilizzo del sincrotrone consentirà di leggere gli antichi documenti senza correre il rischio di frantumarli: i raggi X, infatti, riescono a eccitare gli atomi del papiro che, in risposta, emettono a loro volta dei raggi X. Grazie all’acceleratore di particelle, i ricercatori sono riusciti a rilevare la presenza del piombo: lo speciale spettrometro a infrarossi del Rathgen Research Laboratory di Berlino ha confermato che si tratta per l’esattezza di carbossilato di piombo, una sostanza incolore che potrebbe essere una possibile traccia di un antico inchiostro colorato di natura metallica. "Sospettiamo che i caratteri siano stati originariamente scritti con minio rosso chiaro o forse galena nera come il carbone", afferma il fisico Heinz-Eberhard Mahnke. Se questi inchiostri restano esposti alla luce per troppo tempo, possono dare vita a una cascata a reazioni chimiche che ne alterano i colori, finendo così per scomparire.

Il profumo di Cleopatra

Nel corso di un altro studio, i ricercatori dell’Università delle Hawaii di Manoa sono riusciti a ricostruire il profumo utilizzato da Cleopatra. Secondo gli esperti, si trattava di una fragranza speziata e muschiata a base di mirra e di altri ingredienti e aromi (come l’olio di oliva e la cannella). Fino al 15 settembre i visitatori della mostra ‘Queen of Egypt’ del National Geographic Museum (a Washington) potranno annusare la ricostruzione del profumo utilizzato dalla regina egizia. 

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