Cellule del cervello di maiali riattivate dopo la morte

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Oltre alle attività cellulari, i ricercatori di Yale hanno ripristinato la circolazione sanguigna grazie al dispositivo BrainEx. I risultati aiuteranno le terapie contro i danni cerebrali 

Varie ore dopo la morte di alcuni maiali, un gruppo di ricercatori è stato in grado di ripristinare nuovamente le funzioni delle cellule e la circolazione del sangue nel cervello degli animali. Pur non riuscendo a riavviare l’attività elettrica che si associa alla coscienza, il risultato raggiunto dal team dell’Università di Yale guidato da Nenad Sestan potrebbe avere importanti risvolti in campo medico, aiutando le “terapie contro i danni provocati dall’ictus”, come spiega lo stesso autore principale della ricerca pubblicata su Nature. Sestan non è oltretutto nuovo a questo genere di lavori: nel 2018, aveva destato scalpore l’esperimento durante il quale un gruppo da lui guidato aveva mantenuto in vita il cervello di suini decapitati per circa 36 ore per fini di ricerca.

Il sistema per riattivare cellule e circolazione

Dopo aver ottenuto i maiali dai macelli, i ricercatori hanno utilizzato un sofisticato sistema chiamato BrainEx che, immettendo nel cervello degli animali un mix di sostanze messo a punto per sostituire il sangue e definito BEx perfusato, è riuscito in poche ore a irrorare tutti i vasi sanguigni e ripristinare alcune funzioni cellulari. Tra queste, il team ha potuto notare nuovamente la formazione delle sinapsi, ovvero quelle strutture che consentono la comunicazione tra i neuroni.

Possibili nuovi studi sul cervello umano

Le azioni di ripristino generate dall’immersione del cervello nel BrainEx sono state osservate in circa sei ore: i ricercatori dovranno svolgere ulteriori studi per capire se un periodo prolungato di utilizzo del dispositivo possa causare una ripresa completa dell’attività cerebrale. Oltre a favorire lo sviluppo di terapie contro i danni cerebrali e contribuire a una migliore e più lunga conservazione degli organi, la tecnica utilizzata dal team di Yale aprirebbe nuove e importanti strade per lo studio del cervello umano. Attualmente infatti, i metodi utilizzati per conservare l’organo, come ad esempio il congelamento, ne modificano la struttura irreparabilmente; al contrario, l’irrorazione sanguigna generata dall’uso di BrainEx potrebbe risultare molto utile per posticipare la degradazione delle cellule del cervello

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