Cina, uno studio svela i segreti dell’esercito di terracotta

Scienze
L'esercito di terracotta (Getty Images)

Le armi in bronzo scoperte assieme alle statue si sono conservate per oltre 2.000 anni grazie a una vernice decorativa 

L’esercito di terracotta è il famosissimo insieme di statue presente nel mausoleo dedicato a Qin Shi Huang, il primo imperatore della Cina (vissuto tra il 259 e il 210 a.C.). Si tratta di uno dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura). Durante un recente studio, i ricercatori dello University College di Londra e del Mausoleo di Qin Shi Huang hanno dimostrato che l’ottima conservazione delle armi di bronzo rinvenute assieme alle statue dipende da una vernice decorativa e non da un’antica tecnica anticorrosione, come finora ipotizzato. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Scientific Reports.

La conservazione delle armi di bronzo

Svolgendo delle analisi chimiche sulle armi di bronzo, i ricercatori hanno scoperto che la patina cromata che le ha conservate pressoché intatte per oltre 2.000 anni, un tempo considerata una sorta di primitiva tecnologia antiruggine, deriva dalla vernice decorativa utilizzata per abbellire le statue di terracotta. Marcos Martinón-Torres, il coordinatore dello studio, spiega che sulle armi è stata individuata un’abbondante quantità di cromo, il quale deriva da una patina in lacca che fu usata, in una fase precedente alla verniciatura, per decorare i guerrieri, i materiali in bambù, le impugnature di legno, le faretre e i foderi delle armi. “Il cromo della lacca è finito sulle armi per contaminazione casuale e le ha preservate nel tempo”, conclude Martinón-Torres.

La teoria della cromatura

Lo studio ha confutato la teoria della cromatura, formulata per la prima volta negli anni ’70 e sostenuta da vari esponenti della comunità scientifica. Secondo Robert Murowchick, direttore del Center for the Study of Asia dell’Università di Boston, l’ipotesi era ragionevole. Per l’esperto, non era assurdo pensare che gli artigiani al servizio dell’imperatore Qin Shi Huang potessero aver trattato intenzionalmente le armi di bronzo con del cromo per evitare che si corrodessero.

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