Nasa, il telescopio Hubble riprende l'autodistruzione di un asteroide

Scienze
Le immagini di Hubble dell'asteroide Gault (Nasa/Esa)

Si tratta di un evento raro: a causa del surriscaldamento dovuto alla luce solare, l’asteroide Gault ha iniziato a ruotare velocemente generando due lunghe code di detriti 

Il telescopio della Nasa Hubble ha aggiunto l'ennesima incredibile testimonianza ad una lista già lunga di osservazioni, riprendendo la spettacolare morte dell’asteroide Gault, immortalato mentre sfrecciava tra Marte e Giove lasciando dietro di sé due scie di detriti durante il processo di autodistruzione. Si tratta di un evento piuttosto raro e allo stesso tempo inaspettato: secondo la Nasa, infatti, sarebbe stato un passaggio troppo vicino al Sole a far disintegrare l’asteroide.

Gault si è disintegrato per il troppo calore

Gault fu scoperto inizialmente nel 1988 ed era teoricamente destinato a vagare nel Sistema Solare ancora a lungo. L’evento osservato dai ricercatori avverrebbe circa una volta all’anno e Gault sarebbe soltanto il secondo asteroide ad autodistruggersi per via di quello che gli scienziati chiamano ‘effetto YORP’. Il processo sarebbe stato causato dall’irradiazione della luce solare che avrebbe portato il corpo celeste a surriscaldarsi, facendolo ruotare sempre più veloce. La forza centrifuga generata dal movimento avrebbe poi superato quella di gravità rendendo Gault instabile: così si sarebbe infine creata una doppia coda di detriti, simile per certi versi a quella di una cometa, che i ricercatori hanno potuto osservare grazie a Hubble.

Una coda lunga 800.000 chilometri

Osservando l'autodistruzione di Gault, gli scienziati hanno potuto oltretutto assistere al processo che porta alla formazione delle rocce spaziali staccatesi dall’asteroide senza la necessità di inviare veicoli che raccogliessero dei campioni. “Ci è bastato osservare le immagini per vedere tutti i granelli di polvere divisi per dimensione”, ha spiegato Olivier Hainaut, membro del team che ha effettuato la scoperta. Proprio la coda di detriti è stato il primo indizio, notato quasi per caso, che ha permesso agli astronomi di accorgersi del fenomeno in atto. Secondo la Nasa, la scia più lunga si distende per circa 800.000 chilometri, mentre la seconda, più corta, sarebbe pari a un quarto della lunghezza della prima. I risultati dell’osservazione di Gault sono stati accettati per la pubblicazione sulla rivista Astrophysical Journal Letters. Grazie a sistemi quali Pan-STARRS e ATLAS, gli astronomi sperano ora di poter testimoniare altri eventi simili. 

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