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Hayabusa-2, fine della rincorsa: sonda atterrata sull’asteroide Ryugu

Scienze
Immagine di archivio (Ansa)

La sonda della Jaxa ha completato l’atterraggio sul sasso cosmico, dove ha sparato un proiettile per raccogliere campioni che daranno nuove informazioni sull’origine del Sistema Solare 

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La sonda Hayabusa-2 inviata dall’agenzia spaziale giapponese (Jaxa) ha finalmente completato la sua ‘rincorsa’ cosmica, raggiungendo l’asteroide Ryugu, distante 340 milioni di chilometri dalla Terra, e riuscendo a completare l’atterraggio. L’evento è stato trasmesso in diretta streaming dalla Jaxa: si tratta di un nuovo importante capitolo della missione, dopo i due rover spediti in avanscoperta nei mesi precedenti per ottenere le prime immagini e informazioni sulla temperatura. Avvenuto con successo l’atterraggio sul sasso cosmico, Hayabusa-2 ha iniziato la procedura per ottenere dei campioni dell’asteroide Ryugu, che potrebbero rivelarsi importanti per capirne di più sull’origine del Sistema Solare e sulla formazione della Terra.

Hayabusa-2: atterraggio su Ryugu e sparo

Così come il ‘parente’ Bennu, obiettivo di una missione della Nasa, l’asteroide Ryugu contiene elementi incontaminati, tra cui materiali organici e acqua, che potrebbero dare agli scienziati nuove interessanti informazioni sul processo che ha portato alla formazione del Sistema Solare circa 4.6 miliardi di anni fa. Dopo una rincorsa di ben tre anni e mezzo, Hayabusa-2 ha intercettato Ryugu nell'estate del 2018, inizialmente spedendo due rover sulla superficie dell’asteroide per ottenere i primi dati. Si è completata ora la fase successiva della missione, che prevedeva l’atterraggio della sonda spaziale sul sasso cosmico: seguito in diretta mondiale dallo staff della Jaxa, il ‘touchdown’ è avvenuto con meno problemi del previsto. Hayabusa-2 ha poi sparato un mini proiettile per fare alzare dalla superficie polvere e detriti che conserverà fino al ritorno sulla Terra nel 2020, consegnando i campioni agli scienziati per lo studio.

Nasa e Jaxa allo studio del Sistema Solare

Secondo quanto riportato dal Guardian, il manager della missione Makoto Yoshikawa ritiene che i campioni prelevati da Hayabusa-2 porteranno a “un balzo, o nuove scoperte, nelle scienze planetarie”. La sonda spaziale della Jaxa ha a disposizione ancora due proiettili, e proverà in futuro ad eseguire altrettanti nuovi tentativi di atterraggio per ottenere più materiale possibile da sottoporre ad analisi. Ernesto Palomba, un componente italiano del team dell’organizzazione nipponica che lavora alla missione, spiega che il primo touchdown di Hayabusa-2 rappresenta un’operazione “fondamentale per la comprensione degli asteroidi e dell’origine del Sistema Solare”. Allo stesso tempo, anche la sonda Nasa Osiris-Rex continua il proprio lavoro con l’asteroide Bennu: l’agenzia spaziale statunitense e la Jaxa dovrebbero poi scambiarsi i campioni ottenuti dai rispettivi progetti.