Per la quinta volta nella storia l’onorificenza è stata assegnata anche a una donna, l’americana Frances H. Arnold per i suoi studi sugli enzimi. A vincere è stata la "chimica verde": scoperte utili soprattutto per l'ambiente
Il Nobel per la chimica 2018 è stato assegnato agli americani Frances H. Arnold e George P. Smith e al britannico Sir Gregory P. Winter. I tre studiosi rappresentano un esempio di “chimica verde”: premiata infatti la scoperta dei “registi dell'evoluzione”, come gli enzimi alla base di reazioni chimiche vitali, e con essa le numerose ricadute positive per tecnologie e processi di trasformazione amici dell'ambiente. Smith e Winter sono stati premiati “per le loro ricerche sulla tecnica di phage display per lo studio di peptidi e anticorpi”.
La quinta donna nella storia
Per la quinta volta nella sua storia, il premio è stato assegnato a una donna, la scienziata Frances H. Arnold che ha vinto “per le sue ricerche sulla evoluzione diretta degli enzimi”. Arnold è infatti una pioniera di questo metodo che consiste nella riproduzione in laboratorio dell’evoluzione naturale, attraverso la creazione di sistemi biologici come enzimi, circuiti genetici, organismi e, in definitiva, proteine di migliore qualità. Le sue ricerche sono state applicate in metodi di energia pulita e “chimica verde”. Arnold, 62 anni, insegna ingegneria chimica, bioingegneria e biochimica alla California Institute of Technology. Si è laureata in ingegneria meccanica e aerospaziale a Princeton e ha conseguito la specializzazione in ingegneria chimica alla Berkeley University. Prima di lei, a vincere il Nobel in questa categoria erano state: Marie Curie nel 1911, sua figlia Irene Joliot-Curie nel 1935, la biochimica britannica Dorothy Crowfoot Hodgkin nel 1964 e l’israeliana Ada E. Yonath nel 2009.