Spazio, evento raro: stella gigante riporta in vita compagna “zombie”

Scienze
Il lampo di raggi-x in una ricostruzione (Foto: Esa)

Un satellite dell'Esa ha catturato il momento in cui la piccola stella di neutroni viene “rianimata”. Enrico Bozzo, dell'Università di Ginevra, ha poi studiato la rarissima coppia, definita sistema binario a raggi-x simbiotico

Una stella gigante rossa che riporta in vita la compagna più piccola, ormai morta. Il rarissimo evento è stato catturato dal satellite Integral dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), e lo studio dei ricercatori dell'Università di Ginevra, guidato da un italiano, è stato pubblicato sulla rivista “Astronomy and Astrophysics”.

La stella rinata in un lampo di raggi-x

L'evento è stato rilevato il 13 agosto 2017, quando il satellite ha rilevato per la prima volta il lampo di raggi-x emessi dalla piccola stella di neutroni nel momento in cui è stata “rianimata”. Da quel momento gli studiosi hanno cominciato una serie di osservazioni per capire da dove provenissero i raggi che avevano riportato in vita il corpo celeste “zombie”, diretti verso il centro dell'affollata Via Lattea. Da qui la scoperta: a emettere quei “venti” è stata una gigante rossa. Una stella dalla massa simile a quella del nostro Sole che – come scrive l'Esa – giunta allo stadio finale della propria vita, rilascia appunto dei gas (o venti) che soffiano a poche centinaia di km al secondo.  

L'italiano che ha studiato il sistema

Se non è difficile trovare stelle “accoppiate” nell'Universo, il sistema che lega queste due stelle – conosciuto come sistema binario a raggi-x simbiotico – è particolarmente raro, e i casi noti ad oggi si contano sulle dita delle mani. “Integral ha colto un momento unico nella nascita di questo rarissimo sistema binario”, spiega Enrico Bozzo, 38 anni ancora da compiere, del dipartimento di Astronomia dell'Università di Ginevra e principale autore dello studio. “Il gigante rosso ha rilasciato un vento lento e sufficientemente denso per alimentare il suo compagno, dando origine a emissioni ad alta energia dal nucleo stellare morto”.  

Le teorie sulla nascita della stella

La stella di neutroni in questione, inoltre, ha una rotazione più lenta rispetto alla norma: per compiere un giro impiega infatti circa due ore, quando altre sue simili ruotano fino a più volte al secondo. Questo è indice di un campo magnetico molto forte, che si ha nel caso di stelle molto giovani. Da qui un'altra particolarità: “Potrebbe essere che il campo magnetico della stella di neutroni non sia decaduto con il tempo oppure che si sia formata più tardi nella storia del sistema binario – conclude Bozzo – ciò potrebbe significare che si è formata dal collasso di una nana bianca che ha nutrito a lungo il gigante rosso piuttosto che, come più tradizionalmente accade, diventare una stella di neutroni in seguito all'esplosione di una supernova”.  

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