Trovati resti di asteroide largo un chilometro caduto sulla Terra
ScienzeUn team di ricerca della Curtin University di Perth, in Australia, ha analizzato tre reperti scoprendo che sono composti da un minerale raro e da zirconi che si formano solo ad altissime pressioni, motivo per il quale ritengono facessero parte del corpo celeste
Frammenti omposti da un minerale raro
Oltre ai tre detriti utilizzati per l’analisi chimica, sono stati trovati altri frammenti "simili", i più grandi dei quali pesano 20 chilogrammi, in una vasta area compresa tra Asia, Australia e Antartide. Nello specifico, analizzando la composizione chimica di tre reperti thailandesi, i ricercatori hanno individuato la presenza del reidite, un minerale raro, e di zirconi che si formano solo ad altissime pressioni. Elementi che hanno consentito agli studiosi di ipotizzare che i frammenti scoperti provengano da alcune delle aree più prossime al punto dell’impatto.
L'impatto sul clima
Lo studio, inoltre, ha sviluppato un complesso calcolo che, partendo dalla distribuzione dei resti e dalle pressioni necessarie per la formazione dei due minerali, è arrivato alla conclusione che l'asteroide potesse avere un diametro di un chilometro e che nell’impatto abbia creato un cratere largo circa 100. La potenza devastante dell’evento avrebbe avuto ricadute addirittura sul clima: una collisione di questa entità, infatti, avrebbe scagliato nell'atmosfera una quantità di materiali tale da bloccare la luce del Sole per mesi o anni.
Cratere non ancora localizzato
Aaron Cavosie, come riporta la rivista Science, ha spiegato che il suo team non è ancora stato in grado di individuare il punto esatto della collisione, nonostante le dimensioni e l'età relativamente recente del cratere. "La mancata individuazione del punto d'impatto – ha chiarito all’Ansa Giovanni Valsecchi, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) - potrebbe essere dovuta al fatto che ci sono zone della superficie della Terra che vengono rimodellate con più frequenza da eventi geologici e atmosferici". Inoltre, secondo lo scienziato, l'area potenzialmente interessata è talmente vasta che ci vorrà molto tempo, oltre che numerosi mezzi a disposizione, per ispezionarla.