Gli oncologi: “Screening per tumore colon sia esteso fino a 74 anni”
Salute e BenessereL’appello arriva dagli esperti dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), che invitano le istituzioni ad estendere il test a più persone per poter salvare sempre più vite
I tumori gastrointestinali nel 2019, in Italia, hanno colpito circa 89.400 persone, rappresentando la seconda neoplasia più frequente dopo quella della mammella, suddivisi tra colon-retto (49.000), stomaco (14.300) , pancreas (13.500) e fegato (12.600). Sono numeri comunicati dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), i cui esperti si sono ritrovati in occasione del convegno “News in GI Oncology”, incentrato sulle prospettive terapeutiche. Sulla base di questi dati, la richiesta degli oncologi è stata chiara: lo screening per il colon-retto deve essere esteso fino ai 74 anni.
L’importanza del test
A suffragare la richiesta, l’Aiom sottolinea come la diminuzione maggiore dei casi si registri nel cancro del colon-retto, conseguenza diretta dell’efficacia dei programmi di screening (tra cui la ricerca del sangue occulto nelle feci, detto anche Sof), che permettono di scoprire in fase iniziale lesioni sospette. In 5 anni, analizzando il lasso temporale che va dal 2014 al 2019, il calo è stato di 2.800 diagnosi. Questo nonostante in Italia esistano ancora nette differenze territoriali sia nell’adesione che nella copertura del test, che è in grado di ridurre la mortalità per questa tipologia di tumore, di quasi il 20%. In particolare, dicono ancora i report degli esperti, al Nord e al Centro la copertura è quasi completa (92% Nord e 95% Centro), mentre il Sud risulta sotto il 50%.
L’appello degli esperti
Per questo motivo, serve che lo screening venga adottato a livello nazionale: è questo l’appello degli oncologi alle Istituzioni affinchè il test SOF sia esteso fino ai 74 anni, mentre oggi è garantito dal Servizio Sanitario Nazionale dai 50 ai 69 anni e solo in alcune regioni italiane. “Il 65% dei pazienti colpiti da tumore del colon-retto è vivo a 5 anni dalla diagnosi”, ha sottolineato Giordano Beretta, presidente nazionale dell’Aiom e responsabile di oncologia medica presso l’Humanitas Gavazzeni di Bergamo. Ma dove risiede l’importanza dello screening? Sono gli stessi oncoligi a dirlo, spiegando come sia in grado di individuare, oltre alla presenza di un tumore ogni 850 persone asintomatiche, anche adenomi, cioè polipi, potenzialmente in grado di trasformarsi in cancro ogni 150 individui analizzati. E la loro rimozione prima della trasformazione in neoplasia consente una riduzione di nuovi casi di tumore nel corso del tempo. “Per questo, è importante che il test sia esteso anche agli over 70. Così potremo salvare più vite”, aggiunge Beretta.