Diabete, un nuovo dispositivo rilascia automaticamente l’insulina

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A Perugia è stato applicato in un paziente un sistema automatico che rilascia insulina in base ai livelli di glucosio rilevati da un sensore, senza l’intervento del diabetologo 

All’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia è stato applicato, per la prima volta in Umbria, un erogatore di insulina automatico a un paziente affetto da diabete di tipo 1 dall’età adolescenziale. A differenza di altri dispositivi analoghi che hanno bisogno della configurazione da parte del diabetologo per programmare il rilascio dell’ormone, questa nuova tecnologia è dotata di un sensore in grado di rilevare i livelli di glucosio nel sangue ed erogare quindi la dose di insulina necessaria.

Rilascio di insulina ogni 5 minuti

Il sistema, che ha avuto l’autorizzazione dell’Agenzia italiana del farmaco, eroga insulina ogni cinque minuti durante il corso dell’intera giornata, in base ai valori individuati dal sensore. Inoltre, può sospendere il rilascio dell’ormone quando il rilevatore segnala che il livello del glucosio interstiziale raggiunge o è in procinto di raggiungere tassi di ipoglicemia. Il dottor Gabriele Perriello, direttore della struttura complessa di Endocrinologia e Malattie metaboliche dell’ospedale perugino, spiega: “Il nuovo presidio dispone di un algoritmo che permette di somministrare insulina in modo automatico dopo l'acquisizione dei valori del glucosio da parte di un sensore”. “Attualmente - aggiunge la dottoressa Francesca Porcellati - sono circa 50 i pazienti in Italia che utilizzano questo nuovo dispositivo, rimborsabile dal Sistema sanitario nazionale alle persone affette da diabete tipo 1, su richiesta del diabetologo, che ne ravvede l'utilità per la presenza di ripetuti episodi di ipoglicemia, a volte inavvertita, o che necessitano di migliorare il compenso glico-metabolico”.

In Italia sempre più diabetici over 65

I dati emersi dal IX convegno nazionale della Fondazione Amd (Associazione dei medici diabetologi), in corso in questi giorni a Roma, mostrano che in Italia oltre il 60% delle persone malate di diabete di tipo 2 ha più di 65 anni. Come riportato dagli Annali dell’associazione presentati oggi, dal 2016 è stata fornita assistenza a 455.662 pazienti in 222 diversi centri di diabetologia; di essi il 91% è affetto da diabete di tipo 2, il 6% da tipo 1.
Domenico Mannino, presidente Amd, sottolinea l’importanza di banche dati di questo genere: ”La valutazione dell'assistenza, con una raccolta dati sempre più precisa e accurata, è un'intuizione che negli anni ha permesso ad Amd di fornire un contribuito insostituibile all'innalzamento del livello qualitativo del Ssn in ambito diabetologico. La sfida a cui siamo chiamati per garantire il mantenimento e il miglioramento di tale livello, a fronte di un costante aumento del bisogno, - conclude - ci spinge a sfruttare tutte le armi a disposizione: competenze e strumenti tecnologici che ci consentono di fare la differenza per la qualità di vita delle persone con diabete”.

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