Giovani, apnee notturne alzano il rischio di tumore ai polmoni

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Secondo una ricerca dell’Università di Barcellona, condotta sui topi, la mancanza di ossigeno durante il sonno favorirebbe lo sviluppo del carcinoma polmonare 

Soffrire di apnea notturna, il disturbo del sonno caratterizzato da un’interruzione ripetuta e prolungata della respirazione, potrebbe favorire nei giovani lo sviluppo del cancro del polmone. A individuare un legame tra la condizione, che colpisce in media un adulto ogni dieci, e il tumore, è uno studio condotto da un gruppo della Facoltà di Medicina e Scienze della Salute dell’Università di Barcellona che è stato poi pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine. Gli studiosi, attraverso un esperimento effettuato sui topi, hanno osservato che l’assenza di ossigeno mentre si dorme sarebbe un fattore in grado di accelerare la crescita del tumore nelle persone più giovani.

L’esperimento condotto sui topi

Lo sviluppo della condizione definita come Sindrome da Apnea Ostruttiva del Sonno è favorito da fattori quali il peso eccessivo, il consumo di alcol e il fumo, che causerebbero l’ostruzione delle vie aeree superiori. La patologia, diffusa globalmente tra il 10% della popolazione adulta e specialmente tra gli uomini, viene associata al russare, attività durante il quale si verificano periodi di blocco respiratorio lunghi diversi secondi, seguiti generalmente dal risveglio del soggetto che ne è affetto. Lo studio è stato condotto su esemplari di topi giovani e più anziani, corrispondenti rispettivamente agli adolescenti e alle persone con oltre 65 anni. I ricercatori hanno quindi notato che, durante il sonno, la mancanza di ossigeno favoriva la crescita del cancro al polmone, ma soltanto nei topi più piccoli.

Alla ricerca di una medicina personalizzata

Secondo il team dell’istituto spagnolo la differenza presentata tra i due gruppi sarebbe dovuta a una diversa risposta dei macrofagi e linfociti associati al carcinoma al polmone. Tra le condizioni che segnalerebbero un possibile insorgere dell’apnea notturna ci sarebbero la sonnolenza durante il giorno, il diabete e le malattie cardiovascolari. Stando a Isaac Almendros, uno dei principali autori dello studio, l’obiettivo primario della ricerca sarà ora quello di “identificare nuove conseguenze dell’apnea nel sonno”, al fine di favorire “lo sviluppo di una medicina personalizzata per la sua gestione”.

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